A 15 anni cade dal motorino e si salva, al Goretti però prende l’epatite C con una sacca di sangue infetto.
E’ la storia di una 50enne di Latina che finalmente, dopo 35 anni, ha ottenuto giustizia. Il Tribunale di Latina ha condannato il ministero della Salute a pagare l’indennizzo previsto dalla legge per i soggetti danneggiati da trasfusioni di sangue.
Il gravissimo incidente in motorino avvenne nel 1985. Trasportata d’urgena al Goretti riesce a salvarsi, ma tra le cure le vennero anche somministrate alcune sacche di sangue infetto dal virus HCV responsabile dell’epatite C.
Lo scopre nel 1997, a 27 anni, nel pieno della sua giovinezza e alla fine dei postumi dell’incidente, e cade in una profonda depressione. Pensava di essersi messa alle spalle i mesi della lunga convalescenza e gli anni di recupero delle funzioni vitali, danneggiate dall’incidente, e invece nella sua vita si apriva un nuovo e ancora più gravoso dramma personale: quello di convivere per tutta la vita con un virus letale, contagioso ed invalidante.
Oltre il danno la beffa. Nel 1998 le viene negato l’indennizzo mensile previsto dalla legge n. 210/1992. Per la Commissione medica incaricata di valutare la domanda della donna pontina non ci sarebbe stato il nesso causale fra le trasfusioni del Goretti di Latina del 1985 e il contagio del virus dell’epatite C.
Oggi finalmente il Tribunale di Latina che accolto il ricorso dell’avvocato Renato Mattarelli a cui nel 2015 la donna si era rivolta.
Per il giudice Simona Marotta non ci sono dubbi: sono state le trasfusioni dell’ospedale di Latina a contagiare la donna poiché scrive nella sentenza: “Dalla relazione peritale redatta dal CTU Alberto De Lorenzis risulta accertato con elevata probabilità scientifica l’esistenza del nesso causale tra le procedure di emotrasfusione nel corso del ricovero presso il nosocomio di Latina e l’infezione da Hcv diagnosticata a distanza di 26 anni da tali procedure anche in virtù delle caratteristiche intrinseche del virus da HCV “.
L’avvocato Mattarelli (che assiste la donna anche in un ulteriore processo a Roma per il risarcimento integrale dei danni, quello riconosciuto dal Tribunale di Latina indennizzo è infatti solo un indennizzo per il danno al fegato) è in attesa dell’altra sentenza del Tribunale capitolino a cui è stato richiesto la condanna del Ministero della Salute per non aver vigilato sull’attività trasfusionale dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina.