“Il Ministero per lo sviluppo Economico (Mise) ha tolto il finanziamento per la costruzione della centrale a biomasse che minaccia i Templi di Paestum, perché mancano le garanzie bancarie. Se dipendesse dalla Procura di Latina, che ha definito carta straccia le polizze fideiussorie delle varie società che ruotano nell’ambito dei rifiuti, e dal Mise, quindi, sarebbero già chiuse la discarica di Borgo Montello (e infatti la Procura ha sequestrato l’Indeco) e pure la centrale a biogas ‘modello’ di Borgo Bainsizza”. Parola di Giorgio Libralato di Ecologia e Territorio.
L’ambientalista cita anche un altro dato: “Secondo il Gestore del servizio elettrico (Gse) – audizione in commissione contro le ecomafie del 16 dicembre 2015 – sono irregolari il 64% delle centrali a biogas e biomasse”.
Secondo Libralato appare dunque ancora più evidente che per tutti, “perfino per i ministeri (addirittura il Mise che non si può certo definire ambientalista), per il Gse (che ha interesse ad aumentare la produzione energetica) e per la Procura di Latina, gli impianti senza gli elementi fondamentali vanno chiusi”. Lo stesso dovrebbe valere – sottolinea l’ambientalista – “anche per la Regione Lazio (che invece si schiera da un’altra parte), per il Comune di Latina e la Provincia di Latina ai quali, se interessasse qualcosa del bene comune, avrebbero già chiusi gli impianti”.
Libralato ha chiuso il suo intervento segnalando come in provincia di Salerno Legambiente abbia manifestato contro l’impianto che minaccia i templi di Paestum, mentre a Latina ha sostenuto la centrale a biomasse di Latina Scalo, vicina ai Giardini di Ninfa.