I comuni pontini vogliono gestire in proprio impianti di trattamento dei rifiuti organici. E’ scritto nel piano provinciale dei rifiuti approvato dal Consiglio di via Costa ad aprile 2018. Un argomento tornato di attualità lo scorso mese di agosto quando il presidente Carlo Medici ha inviato a tutti e 33 i sindaci pontini una lettera per sondare la possibilità di iniziare ad intervenire in questa direzione. Oggi, in commissione Ambiente del Comune di Latina, l’assessore Roberto Lessio ha riferito che l’amministrazione comunale è pienamente d’accordo nel sostenere un’impiantistica pubblica a garanzia dell’ambiente, dei cittadini, della sostenibilità economica di questo investimento utile a superare la crisi molto spesso legata alla disfunzione del settore in mano ai privati, citando l’esempio dei sequestri di Sep ed ex Kyklos.
Quanto previsto nel piano provinciale è ben noto ed è stato ribadito oggi dall’assessore Lessio chiamato a riferire sull’argomento posto all’ordine del giorno dal presidente Dario Bellini: prevista la realizzazione di due impianti per la frazione organica da raccolta differenziata, di due centri di trasferenza di eccellenza, di frazione di rifiuti già differenziati baricentrici per tutta la provincia per il trattamento e il recupero di multimateriale, carta, plastica, metalli e la residua produzione di combustibili solidi secondari; di un centro di trasferenza, per l’ottimazione del trasporto ai due centri di trasferenza di eccellenza; previsto un ristoro economico per le comunità che ospiteranno gli impianti; da privilegiare i siti industriali dismessi, dove ubicare gli impianti; di escludere i siti interessati da discariche, per le quali non è conclusa la bonifica (come quella di Borgo Montello); di esclusione di impianti quali termoinceneritori e impianti di Tmb.
Quale la novità di oggi? Che la Provincia sta spingendo affinché questo piano sia reso operativo accelerando sulla realizzazione di un impianto di trattamento anaerobico di rifiuti organici finalizzato anche alla produzione di bio-metano. Si pensa già alla location in un’area centrale della provincia (Terracina), in controtendenza con l’indicazione nel Piano di due siti baricentrici finalizzati alla riduzione del traffico, e quindi delle emissioni in atmosfera, dei camion diretti agli impianti. Cosa è cambiato, perché uno al posto di due?
La domanda l’abbiamo rivolta al presidente Medici. “Come sindaco di Pontinia sono stato recentemente a Treviso, con la Trasco (società partecipata del Comune di Pontinia, ndr), e ho avuto modo di vedere come funziona da quelle parti il ciclo dei rifiuti gestito da Contarina (stessa società a cui l’Abc Latina ha affidato l’incarico per la redazione del piano industriale non ancora approvato, ndr). Per i rifiuti umidi hanno un solo impianto pubblico e il problema legato ai trasporti è stato ridimensionato grazie alla trasformazione dei mezzi che anziché essere alimentati a gasolio sono alimentati a gas, prodotto dall’impianto di trattamento della frazione forus. Non serve cambiare i camion, basta adattarli. Un esempio virtuoso di rifiuto-risorsa. E poi un impianto cosa meno di due, anche in termini di spese di gestione”.
Secondo Lessio il costo per la realizzazione dell’impianto utile al trattamento dei rifiuti umidi dei comuni della provincia di Latina si aggira intorno ai 15 milioni di euro, cifra confermata anche da Medici. Un investimento importante ma possibile e sostenibile dal momento che il pubblico non deve fare reddito, ma deve coprire solo i costi del servizio. Insomma, i Comuni andrebbero a pagare circa la metà di quanto pagano oggi per il trattamento dell’umido in impianti privati. Lessio e Medici, inoltre, non sottostimano il controllo del pubblico sul funzionamento dell’impianto affinché risulti sempre a regime. “Propongo – afferma il presidente della Provincia – che rappresentanti delle associazioni ambientaliste entrino a far parte dei comitati di controllo”.
Ma allora perché in provincia di Latina si stanno autorizzando impianti privati, come ad esempio quello della Recall, se i Comuni vogliono affidarsi al pubblico? “La normativa nazionale per i rifiuti organici non impone limiti di provenienza. E se gli impianti privati sono conformi alle normative di riferimento, noi come Provincia e come Comuni non possiamo impedirne la realizzazione”, risponde Medici. Ok, ma questo comporterà una ferita per il territorio che si troverà ad avere una miriade di impianti privati che neanche utilizzerà, atteso che i Comuni pontini conferiranno l’umido solo nell’impianto pubblico. “Il problema si pone nel breve periodo, ma nel lungo periodo quando anche gli altri territori si saranno organizzati seguendo gli esempi che ci arrivano dal Nord Italia l’investimento privato in questo settore andrà via via scemando. Sono fiducioso”, conclude il presidente della Provincia di Latina, nonché sindaco di Pontinia.
Ma intanto la questione del privato Recall torna al pettine dell’amministrazione comunale di Latina. Oggi al termine della relazione dell’assessore, il consigliere Matteo Coluzzi ha chiesto a Lessio se il progetto pubblico e il progetto Recall non “cozzassero” tra di loro. L’assessore ha risposto che i due progetti viaggiano su binari separati, ma prima o poi si scontreranno: “Perché di certo – ha aggiunto – noi non porteremo lì i nostr
i rifiuti forus”. Una dichiarazione un po’ “meschina” perché finora Lessio nelle sedi istituzionali ha sempre mostrato avversione, anche di natura politica, a qualsiasi criticità solleva rispetto al progetto di un impianto di trattamento rifiuti organici e produzione di bio-metano da realizzarsi a Latina Scalo. Lessio e la maggioranza di Lbc, respingendo tutte le obiezioni, hanno di fatto invogliato il privato ad andare avanti con il proprio investimento. Un investimento che, stante la volontà di creare un impianto pubblico concorrente, non servirà a Latina né ai suoi abitanti con il rischio che possa trasformarsi un giorno, prendendo per buona la previsione a lungo termine di Medici, in una cattedrale nel deserto.