“Questo non è amore”: la Polizia di Stato scende in piazza contro la violenza di genere in occasione della Festa delle donne. L’8 marzo presidi informativi (camper, pullman e gazebo) saranno presenti a Latina, Aprilia, Cisterna, Priverno, Terracina, Itri, Fondi, Sperlonga, Gaeta, Minturno, Formia, Sabaudia, Sezze, Sermoneta.
Lo scopo è quello di rompere l’isolamento e il dolore delle vittime di violenza di genere, offrendo il supporto di un’equipe di operatori specializzati, in prevalenza composta di donne e formata da personale di Polizia specializzato nella violenza di genere, con l’obiettivo di favorire l’emersione del fenomeno, agevolando e promuovendo un contatto diretto con le potenziali vittime.
Per tutta la giornata gli uomini e le donne della Polizia di Stato saranno presenti per informare, consigliare, guidare e sostenere tutte quelle persone, uomini e donne che stanno vivendo momenti di difficoltà, illustrando gli strumenti di tutela e su come intervenire in situazioni di violenza e stalking, che diversamente sarebbero potute rimanere ingabbiate nel dolore domestico.
Non si ferma quindi l’impegno di prevenzione, non solo perché il numero assoluto delle vittime continua ad essere inaccettabile, ma perché l’esperienza di polizia e delle associazioni da tanti anni impegnate su questi temi mostra l’esistenza di un “sommerso” che troppo spesso non si traduce in denuncia. Un quotidiano fatto di attenzioni morbose, di comportamenti aggressivi e intimidatori che vengono letti come espressione di un amore appassionato e di una gelosia innocua, anche da madri, sorelle e amiche, ma che è spesso il triste copione di un crescendo diviolenza che si alimenta con l’isolamento.
In questa prospettiva si muove l’adozione dall’inizio dell’anno del protocollo E.V.A. (Esame delle Violenze Agite) da parte di tutte le Questure d’Italia. Procedura che consente agli equipaggi di Polizia, chiamati dalle sale operative ad intervenire su casi di violenza domestica, di sapere se ci siano stati altri episodi in passato nello stesso ambito familiare. Tutto questo attraverso una procedura che prevede la compilazione di checklist che, anche in assenza di formali denunce, spesso impedite dalla paura di ancor più gravi ritorsioni, consentono di tracciare situazioni di disagio con l’obiettivo di tenerle costantemente sotto controllo e procedere all’arresto nei casi di violenza reiterate.