Prolungamento di via Massaro, un’opera strategica per la Marina di Latina rimasta sul campo di battaglia tra la segretaria generale del Comune Rosa Iovinella e il dirigente del servizio Lavori pubblici Annunziata Lanzillotta. Come preannunciato in Consiglio comunale, la scorsa settimana, il capogruppo di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini, non avendo avuto in seduta stante “lumi” sullo stato dell’arte del progetto, ha fatto richiesta di accesso agli atti.
L’istanza è stata inoltrata alla Presidenza del consiglio comunale. Sull’intervento di via Massaro, il consigliere Calandrini chiede copie della documentazione procedimentale (delibere di giunta, determine, ecc.) e di ogni altro atto anche endoprocedimentale con particolare riferimento a note intervenute tra i vari uffici dell’Ente in relazione al procedimento e ad eventuali proposte deliberative dai medesimi predisposte, siano esse al momento in giacenza presso i singoli servizi, ovvero presso la segreteria-direzione generale.
L’opera in questione è inserita nel programma “Latina anche città di Mare” e assorbe oltre un terzo dei 18 milioni di euro finanziati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. “Ma il progetto che fine ha fatto?”, chiede Calandrini.
Un interrogativo che rimanda alla cronaca dello scorso agosto quando il segretario generale del Comune restituisce al mittente, e non era la prima volta, la proposta di delibera su via Massaro per eccessiva prolissità, appesantimento da continui rimandi della premessa fattuale. Un richiamo mal digerito dall’architetto Lanzillotta che, con tanto di avvocato, ha diffidato il segretario Iovinella a ritirare la nota di restituzione, e ad evitare in futuro di assumere atti della stessa natura, minacciando di rivolgersi alle autorità giudiziarie per la tutela dei suoi diritti, compresi quelli risarcitori. Lanzillotta ha contestato a Iovinella di aver invaso indebitamente la sua esclusiva competenza funzionale, ledendo la sua dignità professionale, aggiungendo per altro che “gli atti di restituzione di una proposta deliberativa di origine dirigenziale, fondati su presupposti diversi da un motivato ed effettivo deficit di trasparenza, sono viziati di grave illegittimità”.
Assurdo, per il consigliere, pensare che questo scontro rischi di creare l’ennesimo buco nero per lo sviluppo della città.
“Nella vita sociale non esistono spazi vuoti, quando si presentano qualcuno li occupa: l’assenza della politica, l’indifferenza dell’amministrazione Coletta ha portato come conseguenza la ‘guerra’ tra dirigenti del Comune, il tutto nel silenzio assoluto da parte di tutti. E’ il caso di verificare lo stato dell’arte e studiare le soluzioni affinché si aprano i cantieri”, ha commentato il consigliere Calandrini.