Da una parte il Comune di Latina, dall’altra i cittadini singoli e associati, operatori economici e finanziari: insieme per un progetto condiviso di restauro delle sculture marmoree di Palazzo M realizzate ad opera di Ulderico Conti tra il 1937 ed 1938. Rappresentano la maternità, una maternità anche rurale; sono “malate” e bisognose di cure e lo strumento dell’Art Bonus sta consentendo il raggiungimento dell’obiettivo.
Il costo stimato dell’intervento è di 28mila euro: sul piatto ci sono 5mila euro stanziati nel bilancio comunale 2019 (l’assessore alla Cultura Silvio Di Francia ha fatto inserire un capitolo di spesa dedicato con relativo impegno) ai quali si sono aggiunti altri 10mila euro grazie all’emendamento (presentato dai consiglieri Matteo Coluzzi e Alessandro Calvi) approvato in sede di bilancio 2019 all’unanimità del Consiglio comunale. Ai quindicimila euro del Comune si aggiungono i contributi privati, raccolti con lo strumento dell’Art Bonus che consente una deduzione del 65% dalle imposte in tre anni (i versamenti a favore del Comune di Latina possono essere effettuati su c/c bancario di Tesoreria aperto presso la Banca Monte dei Paschi di Siena – filiale di Latina:
Codice IBAN: IT 03 W 01030 14700 000002670638).
Di tutto questo se ne è parlato oggi al museo Cambellotti nel corso di una conferenza stampa indetta dall’assessorato alla Cultura del Comune di Latina per un dovuto resoconto dell’iniziativa finalizzata al restauro, avviata grazie al contributo dell’associazione “Mi chiamo Littoria” (presente in sala il presidente Euro Rossi) e del comitato “Salviamo le Statue”, presieduto da Maurizio Guercio, e sostenuta oggi anche dalla Banca Popolare di Fondi che ha destinato alla cura delle statue di Ulderico Conti 5.000 euro che vanno ad aggiungersi ai 15mila euro del Comune e ad ulteriori 3.000 euro del comitato “Salviamo le stature”.
Dunque, rispetto alla spesa preventivata (la stima è stata effettuata dall’architetto Francesco Tetro, direttore scientifico del museo Cambellotti, sentite le ditte specializzate in restauri) mancherebbero altri 5.000 euro, anzi di meno perché l’assessore alla cultura Silvio Di Francia ha detto che sono state accreditati sul conto corrente dedicato anche piccoli contributi, nell’ordine di decine e centinaia di euro, da parte di cittadini e di commercianti di Latina. Quindi manca davvero poco al raggiungimento della somma necessaria, e chiunque può contribuire in favore delle statue di palazzo M (e più in generale per la cura del patrimonio storico e artistico di Latina”. “Dopodiché – ha spiegato Elena Lusena, funzionaria del Comune, e direttore amministrativo dei musei cittadini – il Comune provvederà ad affidare, attraverso avviso pubblico, un incarico per il restauro che sarà ovviamente realizzato con l’ok della competente sovrintendenza”.
Dal tavolo della conferenza stampa, Di Francia ha voluto sottolineare l’impegno oltre che di Lusena della dirigente del servizio Cultura Antonella Galardo, ringraziando un po’ tutti, dal generale Euro Rossi, al consigliere Coluzzi, al presidente della commissione Cultura Fabio D’Achille, al presidente del comitato Guercio, lasciando le conclusioni al direttore generale della Banca popolare di Fondi, Gianluca Marzinotto.
Il consigliere D’Achille, nel suo intervento, ha ricordato che il Comune di Latina ha già attivato anche altri progetti di restauro attraverso l’Art Bonus. Si tratta di quello relativo al murale di Sergio Ban, presso l’ex Rossi Longhi, e della basse della statua di Dafne nei giardini del palazzo comunale.
Guercio, da parte sua, ha voluto evidenziare il significativo contributo messo in campo dalla Banca Popolare di Fondi, “dimostrando ancora una volta, la sua capacità di politica di ascolto verso le iniziative culturali del territorio”. Nella brochure realizzata dal comitato “Salviamo le statue” per l’occasione di oggi, è stato inserito un articolo de “Il Messaggero” datato 9 ottobre 1962 nel quale si segnalava, già all’epoca, il destino segnato del giovane patrimonio culturale della città di fondazione. Un destino che a distanza di 57 anni vuole essere cambiato.
Il contributo che il consiglio di amministrazione della Banca popolare di Fondi ha concesso per le statue di palazzo M – ha spiegato il direttore generale Marzinotto – rientra nella politica dell’istituto di credito che ha una storia di 130 anni. “Si tratta di una banca popolare, presente sul territorio e questo già basta ad andare incontro alle città – ha detto il direttore -. Siamo per le città ospitali, accoglienti, e quindi favorevoli a progetti che le rendono più belle. Sosteniamo la cultura e le manifestazioni che contribuiscono alla bellezza. Crediamo nella biodiversità del sistema bancario, e il territorio sul quale operiamo e la vicinanza con esso è il nostro carattere distintivo”.
Presente tra il pubblico della conferenza Domenico Zerella, colui che ritrovò una decina di anni fa il braccio scomparso di una delle due statue, danneggiate a seguito dei bombardamenti, e che alla fine consegnò alla Guardia di Finanza visto il disinteresse al tempo dell’amministrazione comunale.