Mentre in Consiglio si affilavano le armi per consentire la destagionalizzazione delle attività balneari del lungomare di Latina, il Comune dichiarava decaduta la concessione demaniale marittima assentita a Emanuele Bianchi, titolare del lido “Enea”. Il motivo? Inattività in piena estate. Altro che mare d’inverno.
E’ stata pubblicata oggi all’albo pretorio dell’ente municipale del capoluogo pontino, a firma dell’architetto Giovanni Della Penna, dirigente del Servizio Politiche di gestione e assetto del territorio, Patrimonio e demanio, la decadenza della concessione demaniale, rilasciata a Bianchi nel 2007. Un déjà-vu per l’imprenditore: anche a febbraio era stato colpito da un simile provvedimento scaturito da ben altra motivazione. Insieme ad altri operatori del settore, Bianchi si era reso responsabile dell’omesso smontaggio a fine estate delle strutture posizionate sull’arenile in contrasto con il titolo autorizzativo a carattere stagionale sebbene pluriennale. Il mancato smontaggio entro fine ottobre 2015 era stato giustificato, da parte della categoria imprenditoriale, per l’entrata in vigore della nuova legge regionale che prevedeva la destagionalizzazione delle attività balneari. Ma la stessa omissione, contestata con la decadenza della concessione, aveva poi portato al sequestro del lido Enea e degli altri finiti sotto inchiesta della Procura della Repubblica per la violazione al Codice della Navigazione.
La sospensiva concessa dal Tar, relativa al ricorso avverso alla dichiarata decadenza, e il dissequestro della struttura a partire da maggio, avevano di fatto riabilitato il lido alla vigilia della bella stagione. Ma, stando all’atto pubblicato all’albo pretorio, lo stabilimento balneare sarebbe rimasto chiuso. Sulla base di un esposto, a firma di un gruppo di residenti di via Ventotene, con il quale si denunciava la totale assenza di servizi destinati a soddisfare interessi pubblici, la Polizia Locale aveva accertato, in più giorni di osservazione, che il lido Enea era rimasto chiuso. Informato il concessionario del procedimento di decadenza avviato dal Comune, lo stesso aveva replicato sostanzialmente di aver regolarmente provveduto a pagare il canone previsto e di aver provveduto a garantire il solo servizio di assistenza ai bagnati. Servizio risultato, in base all’accertamento svolto, insufficiente e privo di un idoneo locale destinato al soccorso.
“La concessione demaniale marittima viene assegnata non solo al fine di fornire un’opportunità di guadagno al titolare della stessa – scrive Della Penna nell’atto di decadenza della concessione -, ma anche e soprattutto per garantire l’interesse pubblico dell’ordinaria gestione del demanio, nonché per corrispondere alle richieste dell’utenza turistica relativa alle diverse iniziative ricreative, sportive, culturali e ludiche svolte nell’ambito della struttura balneare”. Secondo Della Penna, la mancata apertura al pubblico dello stabilimento avrebbe, inoltre, pregiudicato il mantenimento delle buone condizioni di manutenzione, efficienza e decoro che il concessionario si era impegnato a garantire all’atto della sottoscrizione della concessione demaniale marittima, pena la decadenza della stessa.
Al titolare del lido “Enea” trenta giorni di tempo per sgomberare il campo. In un anno l’imprenditore ha “incassato” due decadenze di concessione, la prima volta perché voleva rimanere aperto anche d’inverno, la seconda per aver chiuso in estate.