La Polizia di Stato di Latina sta eseguendo otto misure cautelari nei confronti di altrettante persone per i reati di turbata libertà degli incanti ed estorsione aggravati dal metodo mafioso, diversi episodi di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, nonché per trasferimento fraudolento di valori. Si tratta di Ahmed Jeguirim (40 anni) e Christian Ziroli (29 anni), finiti in carcere con l’accusa di spaccio. In tre finiti agli arresti domiciliari per l’accusa di turbata libertà degli incanti aggravata dal metodo mafioso: padre e figlio Maurizio (69anni) e Alessandro Zof (39anni) – quest’ultimo già in carcere per un altro procedimento -, e Pasquale Scalise. Obblighi di firma invece per Fabio Zof, Corrado Giuliani e Franco Di Stefano.
Le indagini sono state condotte dai poliziotti della Squadra Mobile con il coordinamento della D.D.A. della Procura della Repubblica di Roma ed hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza in ordine alla commissione di una serie di atti intimidatori realizzati tra il 2016 ed il 2020, veicolati anche tramite i social network, che hanno inciso negativamente sull’aggiudicazione del chiosco n. 1 del lungomare di Latina e sulla libera attività esercitata dai gestori degli altri esercizi pubblici di ristorazione ivi ubicati.
Inoltre, sono stati raccolti gravi indizi in merito all’attività di spaccio di stupefacenti gestita da uno degli odierni indagati, consentendo di ricostruire l’utilizzo di metodi intimidatori impiegati per la riscossione dei crediti insoluti.
Infine, sono stati acquisiti gravi indizi in merito ad alcuni episodi di spaccio di stupefacenti e di recupero con metodi violenti dei relativi crediti da parte di altri tre degli odierni indagati, nonché in merito alla intestazione fittizia in capo ad un altro indagato di una società gestita di fatto da un altro soggetto.
Le misure in corso di esecuzione vanno dalla custodia in carcere per due dei soggetti dediti allo spaccio di stupefacenti, sino agli arresti domiciliari disposti per tre indagati per i reati di turbata libertà degli incanti e di estorsione aggravati dal metodo mafioso ed all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria riguardo ad altri tre indagati.