Si è conclusa questa mattina all’alba l’operazione “Just Married” che ha portato all’arresto di 11 persone, tra italiani, marocchini ed egiziani, destinatari di altrettante ordinanze di misura cautelare emesse dal Gip Mara Mattioli su richiesta del sostituto procuratore Daria Monsurrò che ha coordinato le indagini della Squadra Mobile della Questura di Latina avviate a febbraio 2015 a seguito della denuncia di una donna, vittima di violenza sessuale, e confluite nei reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e della permanenza sul territorio italiano di cittadini extracomunitari. Una dodicesima persona, destinataria di ulteriore misura cautelare, al momento si trova nel proprio paese di ordine e quindi è “sfuggita” alla cattura. Cinque le persone finite in carcere. Si tratta di Fatima Lamlith, 42enne di nazionalità marocchina residente a Sabaudia, Samiha Moustafà Elshikh Abdouelmaty, egiziano di 29 anni residente a Priverno, Mohamed Omar Elshikh Aly Abdouelmaty, di nazionalità egiziana, 33enne senza fissa dimora, Moustafà Abou Elmaatey Ebrahim Elshaik, 53enne egiziano residente ad Anzio e Bouazza Ahmamou, 49enne marocchino residente a Priverno. Ai domiciliari, invece, Azziz Sakhi, marocchino di 27 anni residente a Sabaudia, Federico Colonna, 36 anni residente a Sezze, Daniela Bucci, 50enne residente a Lariano, Angela Annibali, 55 anni, residente ad Aprilia, Giovanna Moroni, 55 anni residente a Larinano e Katia Garofano, 40enne di Latina.
Tutto è iniziato, dicevamo, da una brutta storia di violenza sessuale consumata all’interno di un appartamento nel centro urbano di Sabaudia, nella zona del campo sportivo, in danno di una donna marocchina fatta arrivare in Italia, dietro pagamento di una consistente somma di denaro, per indurla alla prostituzione. Al suo rifiuto era stata segregata nell’abitazione, risultata in uso a Fatima Lamlih, ed abusata sessualmente come riscontrato dalla Squadra Mobile dal suo connazionale Azziz Sakhi. Approfittando di un momento di distrazione dei suoi carcerieri, la donna era riuscita a fuggire e a rivolgersi alla Polizia. Da qui l’avvio delle indagini, anche di natura tecnica, che hanno consentito agli inquirenti di scoperchiare il fenomeno del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e della permanenza sul territorio nazionale attraverso l’organizzazione di falsi matrimoni e la produzione di falsi cud e false dichiarazione dei redditi.
Durante l’approfondimento investigativo sulla violenza sessuale e sul sequestro di persona, gli uomini diretti dal vice questore aggiunto Antonio Galante hanno avuto modo di accertare l’esistenza, oltre al gruppo di marocchini, di un secondo gruppo composto per lo più da egiziani che operava in modo del tutto simile al primo con l’apporto diretto di familiari residenti in Egitto, mediante i quali veicolavano l’arrivo in Italia di loro connazionali dietro corrispettivo di denaro. Costoro, inoltre, in Italia, grazie alla collusione di cittadini italiani riuscivano a falsificare la documentazione necessaria per ottenere rinnovi e rilasci di permessi di soggiorno, in particolare Cud e buste paga di comodo, nonché ad agevolare le pratiche di ingresso e permanenza sul territorio dei cittadini extracomunitari irregolarmente giunti in Italia, grazie ad una rete di fiancheggiatori italiani disponibili a contrarre finti matrimoni, dietro pagamento di compensi.
Le indagini hanno consentito agli investigatori della Squadra Mobile di accertare quattro finti matrimoni, da qui il nome dell’operazione Just Married (novelli sposi) portata a termine oggi con l’ausilio del personale Upgsp del Reparto Prevenzione Crimini e dei commissariati di pubblica sicurezza di Cisterna e Velletri. Tra le persone finite ai domiciliari spicca il nome di Federico Colonna, dipendente di un noto studio commercialista di Latina. Secondo gli inquirenti sarebbe stato lui a produrre le false documentazioni necessarie all’ottenimento dei permessi di soggiorno. L’attività dello studio presso il quale formalmente lavorava è risultato estraneo ai fatti di questa inchiesta. Tra le persone finite in carcere, tradotte nelle case circondariali di Latina e Roma, anche padre, figlio e nuora.
La Polizia ha accertato che ogni immigrato fatto venire in Italia da una delle due consorterie spendeva 6.000 euro, 10.000 se era necessario anche il matrimonio.
Le foto degli arrestati