Trecento firme per chiedere che una delle zone più popolose della città possa avere anche un centro anziani. Le ha raccolte in questi giorni il comitato Latina Nord, nato due anni fa con l’obiettivo dare lustro al quartiere attraverso una attività di sorveglianza, denuncia e di promozione sociale.
Il comitato si è reso promotore di una campagna di sensibilizzazione che punta alla riqualificazione della vecchia scuola materna di via Milazzo per destinarla, dopo tante polemiche, all’utilizzo da parte di un centro sociale per anziani. “A novembre del 2015 – ricordano i rappresentanti di Latina Nord – il Comitato presenta un’istanza al Comune ed alle autorità interessate con la quale denuncia lo stato di abbandono della scuola, oramai diventato covo per spacciatori e tossicodipendenti, e chiede un intervento di bonifica e messa in sicurezza più volte denunciato anche in precedenza. A gennaio i cittadini si trovano davanti ad una scelta da parte della pubblica amministrazione, con la quale l’edificio viene destinato a ricovero per senza tetto nel periodo della cosiddetta emergenza freddo. Il 14 aprile la Croce Rossa, a cui era stata affidata la gestione temporanea della struttura per la gestione di tale emergenza, ha riconsegnato la struttura al Comune. A questo punto, la sfida dei cittadini della zona di Campo Boario, coordinati dal Comitato Latina Nord, si è fatta più importante: in queste settimane si è compreso ancor di più l’importanza di dare voce alle loro esigenze e attraverso una petizione, redatta secondo quanto previsto dagli appositi regolamenti comunali, si è richiesto all’amministrazione comunale di destinare la scuola di Via Milazzo ad un centro per anziani, la cui raccolta firme è scaduta lo scorso 26 Aprile. Il fine della petizione è stato dunque quello di dotare il quartiere di spazi da destinare ad attività sociali e d’incontro attualmente assenti ed indispensabili per creare una comunità coesa e rispettosa delle aree in cui essa vive. I cittadini infatti sono convinti che il degrado è determinato principalmente dall’assenza di luoghi di aggregazione in cui creare cultura e avviare attività sociali pronti a dare alternative alla noia quotidiana. Il dato ufficiale, ad oggi, ancora non c’è: si hanno soltanto dati ufficiosi ottenuti a conferma di un lavoro silenzioso che ha portato più di 300 persone a firmare questa petizione presso gli uffici comunali. Un gesto carico di significato, quello di ogni firma apposta sul modulo: è la voglia di radicare una comunità che è nata spontaneamente in questo luogo di incontro quale il Parco Berlinguer, e di strappare una struttura che fa parte della storia di un quartiere all’abbandono ed al rischio che torni ad essere nuovamente meta di tossici e spacciatori, per far sì che quell’edificio ora diventi un punto di riferimento per chi abita in quel quartiere e non solo. In questi anni il quartiere ha dato una prova ostinata di voler rinascere, con parole, fatti ed atti ufficiali”.