Il Gip Giuseppe Cario ha convalidato il sequestro dei beni per un valore complessivo pari a 3 milioni e 662mila euro a carico dell’ex sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo, del dirigente comunale Lorenzo Le Donne e degli altri otto indagati per i reati, contestati a vario titolo, di truffa, tentata truffa e falso nell’ambito della maxi inchiesta sulla metro leggera del capoluogo pontino. Una tanvia mai realizzata che tuttavia ha fatto capolinea in Procura.
A meno di due settimane dal sequestro preventivo, di immobili e conti correnti, disposto dal Pm Cristina Pigozzo ed eseguito dagli uomini della Guardia di Finanza di Latina, diretti dal colonnello Michel Bosco, che hanno svolto anche le indagini, è arrivato il provvedimento del giudice che sostanzialmente ha riconosciuto valide tutte le ipotesi di reato.
Oltre all’ex sindaco Zaccheo e all’ingegnere Le Donne, sono indagati i legali rappresentanti di Metrolatina, Pierluigi Alessandri e Aldo Bevilacqua, i legali rappresentanti della Gemmo, cioè Irene, Mauro e Susanna Gemmo, l’avvocato Giovanni Pascone, componente della commissione giudicatrice e consulente giuridico della sindacatura, Cecilia Simonetti legale rappresentante della Sacaim e l’ingegnere Vincenzo Surace, direttore dei lavori.
Il progetto della metro leggera di Latina risale al 2004 e fu affidato in project financing alla società Metrolatina, per un costo complessivo di 130 milioni di euro, 83 dei quali finanziati dal Cipe. Alla parte restante avrebbe dovuto provvedere la Regione Lazio con il contributo chilometro ipotizzato pari a 7 euro ma…
La Procura di Latina, a seguito degli accertamenti svolti dai finanzieri della Compagnia di Latina, ha ipotizzato artifizi e raggiri che avrebbero indotto in errore la giunta municipale (che nel 2007 confermava l’aggiudicazione e l’approvazione delle modifiche alla convenzione con Metrolatina spa), il Cipe (che aveva finanziato l’opera sul presupposto della sostenibilità economica anche in forza del partenariato privato che avrebbe finanziato il progetto per il 40%) e il Ministero dei Trasporti (che nel 2010 rilasciava sulla base del rapporto Ustif – Ufficio speciale trasporti a impianti fissi – il nulla osta al pagamento dell’importo del primo stato di avanzamento lavori).
Artifizi e raggiri consistiti nel richiedere e autorizzare la liquidazione del primo stato di avanzamento lavori relativo alla costruzione di cinque veicoli della futura metro tranvia nonostante non fosse stato predisposto e validato il progetto esecutivo della linea 1 poiché in attesa di variante urbanistica, non fosse stato ancora approvato il progetto esecutivo della linea 2, non fosse stato redatto un verbale di consegna dell’opera ma solo un verbale di consegna parziale delle aree per la linea 2, limitato alla sola possibilità di compiere rilievi e studi preliminari, nonostante il cronoprogramma prevedesse l’inizio della costruzione delle carrozze solo a partire dal 12° mese dall’inizio dei lavori, in assenza dell’attestazione del versamento da parte di Metrolatina al proprio fornitore del materiale rotabile della quota parte del primo stato di avanzamento lavori.
E ancora artifizi e raggiri consistiti nel tentativo di presentare, richiedere e autorizzare il pagamento del secondo stato di avanzamento lavori relativo alla costruzione di ulteriori due carrozze oltre alle spese tecniche con emissione di un certificato di pagamento ritenuto falso e comunque in assenza della documentazione che dimostrasse che il concessionario avesse erogato l’intero importo.