Se gli alloggi di Porta Nord non sono stati ancora assegnati è colpa dei Rup che si sono susseguiti mostrando poca collaborazione nel passaggio del testimone nella prosecuzione dell’iter. Lo ha detto oggi l’assessore all’Urbanistica del Comune di Latina in risposta all’interrogazione sull’emergenza abitativa presentata dal consigliere Matteo Coluzzi. In sede di question time l’assessore Francesco Castaldo ha riferito che il problema resta legato agli allacci perché nel frattempo i preventivi richiesti ai gestori dei servizi di acqua, luce e gas sono scaduti e quindi gli uffici hanno dovuto rinnovare la richiesta. Ma la risposta ottenuta è stata “in aumento”. Quindi? “Non ci sono i soldi. I nuovi preventivi non possono essere sostenuti dagli stanziamenti in essere, dobbiamo andare a recuperare i residui necessari per la copertura della spesa. Mi auguro che entro al fine di giugno gli alloggi possono essere assegnati”. Anche un anno fa fu detta la stessa cosa. Ma tant’è. Porta Nord 1 e 2 sono state completate. L’assessore ha detto di aver visitato gli alloggi: “Devo dire che è stato fatto un buon intervento”. Castaldo ha anche aggiunto che una parte è stata già collaudata e che in questi ultimi mesi si è andati avanti affidando incarichi per il collaudo della parte restante. “Anche le opere di urbanizzazione sono state completate, compreso il ponticello per il superamento del canale delle Acque Medie”. Infine, restando su Porta Nord, l’assessore ha riferito che è in corso un contenzioso per lo sconfinamento da parte di un privato che ha impedito la realizzazione di un marciapiede. “Ma questo – ha detto – sarà risolto in separata sede e non ostacola l’assegnazione degli alloggi”. Dunque, non resta che attendere fiduciosi il mese di giugno.
Per quanto riguarda l’aggiornamento del Piano di edilizia economica e popolare, Castaldo ha detto che la previsione di 27 aree in zona agricola in variante al Piano regolatore generale “sono eccessive”. “Sicuramente – ha affermato – saranno ridotte in numero, perché siamo contrari a nuove cementificazioni laddove c’è la possibilità di soluzioni alternative”.
Nella sua risposta all’interrogazione di Coluzzi nessuna parola è stata spesa per la Casa dei papà. Il consigliere aveva riproposto l’argomento per cercare di capire lo stato dell’arte del progetto costato, sette anni fa, 220mila euro e che costa all’ente ogni anno 3.000 euro per spese di condominio mentre gli aventi diritto continuano a dormire in auto o al dormitorio. Pare che il problema sia legato ad una spesa di 800 euro che l’amministrazione non è in grado di risolvere, aveva sottolineato Coluzzi durante l’esposizione dell’interrogazione. Ma sull’argomento l’assessore non ha risposto.
“Con rammarico – ha concluso il consigliere Coluzzi – devo dichiararmi insoddisfatto della risposta dell’assessore Castaldo. Qui non stiamo sindacando sulle tempistiche tecniche, ma sulle mancate risposte dell’amministrazione al grido di aiuto della città. Non si ha cura di informare i cittadini su un tema così importante, qual è l’emergenza abitativa, che dovrebbe essere una priorità per un’amministrazione che si ispira al bene comune. A distanza di due anni dobbiamo chiederci che significa ‘bene comune’. Bene comune non è soltanto andare a piantare qualche albero in ordine sparso o a cambiare i nomi delle piazze, ma significa anche dare risposte concrete ai bisogni primari della collettività e il diritto alla casa è uno di questi. Mi auguro che si torni a discutere su questo tema per iniziativa, una volta tanto, dell’amministrazione. Perché al momento lo abbiamo fatto solo su nostra iniziativa, attraverso le interrogazioni e le richieste di convocazioni di commissione”.