La storia sul mancato versamento dei canoni, da parte delle associazioni sportive, per l’utilizzo degli impianti comunali di Latina sarebbe tutta da riscrivere. Lo affermano otto consiglieri d’opposizione (Nicola Calandrini ed Andrea Marchiella, Matilde Eleonora Celentano e Raimondo Tiero, Matteo Coluzzi e Massimiliano Carnevale, Giovanna Miele e Giorgio Ialongo) su dodici, firmatari di una nota trasversalmente condivisa da Fratelli d’Italia, Lista Calandrini Sindaco, Cuori Italiani, Lista Forte, Partito democratico e Forza Italia. I diversi gruppi di minoranza sostengono che la pretesa del pagamento dei canoni – si ricorda che nei giorni scorsi il Comune aveva formalmente chiesto alle società sportive il pagamento del canone 2016 e di fornire documentazione sui versamenti eseguiti negli anni precedenti e sulle migliorie eventualmente apportate presso la struttura utilizzata per le attività sportive – sarebbe frutto di un abbaglio: “L’amministrazione che “dell’applicazione delle regole” ha fatto il dogma principale – scrivono i consiglieri in una nota -, proprio sull’effettiva applicazione delle stesse sta prendendo una cantonata”. I canoni richiesti, spiega l’opposizione, non sono previsti (se non per il 5% degli eventuali utili da pubblicità) in quanto le convenzioni firmate dalla maggior parte delle società sportive nell’anno 2010, e che oggi sono in vigore, non ne prevedono l’esistenza”.
La delibera del commissario prefettizio Nardone, la 77/2010, presa a pretesto dal Comune per la richiesta dei canoni alle società, secondo l’opposizione “non opera per questi rapporti ed eventualmente potrà essere applicata a quelli nuovi che potranno scaturire all’esito delle indette procedure di gara per l’assegnazione delle strutture sportive che è in itinere da parte dell’attuale amministrazione comunale”. “Da qui l’ovvia critica di chi ritiene del tutto ingiustificate e vessatorie, per l’economia dello sport cittadino, le richieste avanzate oggi dal Comune di cifre che, dati alla mano, non sono dovute – si legge nella nota delle minoranze -. Per il futuro l’amministrazione si sta dotando di nuove regole per la gestione degli impianti, e le società che vorranno usufruirne dovranno adeguarsi ad esse; questa è una cosa che ci crea molta perplessità, poiché stando al contenuto delle lettere inviate fino ad oggi dall’amministrazione comunale alle società, potrebbe anche accadere che vengano effettuate scelte che non considerino l’effetto sociale che lo sport riveste nella nostra città”.
Il rischio sottolineato dall’opposizione è che non si tenga conto della realtà di Latina, capoluogo tra i primi in Italia “per numero di tesserati nelle varie discipline sportive, nella stragrande maggioranza giovani e giovanissimi, e si vada a penalizzare un mondo dilettantistico così complesso e fatto dei tanti sacrifici giornalieri di chi ci crede veramente”. “Le regole sono ovviamente indispensabili – concludono gli esponenti di opposizione – per far funzionare al meglio una macchina così complessa come è quella di una amministrazione locale, e tutti sono concordi che gli impianti sportivi, per queste realtà, debbano essere concessi senza oneri a carico del Comune, ma spesso le regole vanno applicate più con il cuore che con la calcolatrice. Non bisogna dimenticare, infatti, che dietro queste società, specie nei borghi e nelle realtà più periferiche della città, operano persone, genitori, dirigenti che ogni giorno fanno i salti mortali per dare a questi ragazzi la possibilità e l’opportunità di fare dello sport sano, togliendoli dalla strada”.