Aveva perso il lavoro a seguito di una riorganizzazione che aveva portato l’azienda ad eliminare proprio il suo posto, senza darle la possibilità di una diversa mansione. Ora il Tribunale ha condannato l’azienda a risarcirle il danno subito.
Sara Foderaro, giudice del lavoro presso il Tribunale di Latina, ha ritenuto falso ed errato il presupposto in base al quale le ragioni economiche aziendali della riorganizzazione dovevano prevalere sul diritto al lavoro della dipendente alla quale non era stata offerta una mansione diversa e/o dequalificante a seguito della soppressione del suo posto di lavoro.
Ieri il giudice, con ordinanza immediatamente esecutiva, ha accertato l’illegittimità del licenziamento in capo alla lavoratrice, condannando l’azienda ad una congrua indennità risarcitoria, come previsto dalla disciplina, di cui alla Legge Fornero che negli ultimi anni ha stravolto il mercato del lavoro.
La donna rimasta senza lavoro, rappresentata dall’avvocato Fabio Leggiero -giuslavorista del Foro di Latina – aveva impugnato il licenziamento, rivendicando l’illegittimità dello stesso, poiché la dedotta riorganizzazione appariva fittizia e non reale nonché lesiva del diritto al lavoro, atteso che parte datoriale in spregio alle norme di correttezza e buona fede alla base del rapporto di lavoro non aveva fatto il possibile per salvaguardare la sua occupazione. Invero alla lavoratrice l’azienda in questione – la Corden Pharma Latina Spa – non aveva offerto nemmeno una novazione peggiorativa delle sue mansioni originarie.
“La decisione del Tribunale di Latina – ha commentato soddisfatto l’avvocato Leggiero – è importante poiché mantiene fermo un principio cardine del diritto sostanziale in materia di salvaguardia del dipendente e della sua professionalità al di là delle logiche di mercato, relegando il medesimo licenziamento solo quale extrema ratio rispetto alle esigenze aziendali, ciò anche alla luce di un Orientamento del Giudice delle Leggi che negli ultimi tempi, tende sempre più a favorire la flessibilità in uscita del lavoratore, allorquando, le aziende denunciano riorganizzazioni e/o esternalizzazioni di reparti e/o uffici amministrativi, a volte, dissimulanti la reale volontà aziendale alla base delle stesse.”