Venerdì 2 Dicembre, a partire dalle 21.30, al Circolo Hemingway si ebibirano i gruppi IO e La Tigre e The HAL Reason.
Io e La Tigre è il duo che coinvolge Aurora Ricci (voce e chitarra) e Barbara Suzzi (batteria) e ritornano al Circolo dalla Romagna. La prima indossa una chitarra e ti guarda dritto negli occhi, mentre canta sé stessa nel microfono. La seconda è mascherata e prende a martellate una batteria. Nel 2015 registrano in presa diretta e pubblicano il loro primo LP “10 e 9”, uscito per Garrincha Dischi. Ne viene un disco spettinato che parla con il cuore in mano. A volte per scrutarlo e sezionarlo (Revolver, L’Appuntamento). A volte per scaraventartelo in faccia a qualcuno (Tu Non Sei Un Mio Ex, Povero Cristo, Non hai Vinto Tu). E se si parla dell’amicizia per un cane (Io e il Mio Cane) o per un amico (Lui Sta Sognando) fa lo stesso, rimane sempre un dialogo estremamente sincero (Come Un Sasso in Una Scarpa). Durante i loro tour hanno condiviso il palco con artisti come Selton, Motta, Nada, Sick Tamburo, Cristiano Godano e Giovanni Truppi, lanciando bigodini ad un pubblico spettinato.
L’apertura del live è affidato ai The HAL Reason: nascono nel 2014 a Latina con l’intenzione di creare nuova musica originale. La band alla fine è risultata fondere la tradizione eterea del post-rock alla concretezza del post-punk. A fine dicembre pubblicheranno il loro primo EP, composto dai pezzi che verranno presentati negli ultimi concerti dell’anno.
Domenica 4 Dicembre, dalle ore 21, il Circolo Hemingway ospita invece la presentazione del volume Fiamme e Rock’n’Roll di Bruno Segalini.
Parteciperanno: Bruno Segalini (autore), Fumo (ex Lion Horse Pose). Nelle 24 ore a cavallo tra il 15 e il 16 agosto 1989, Bruno e la sua sgangherata rock band si trovano coinvolti, un po’ per caso, un po’ per scelta, in una delle vicende più leggendarie degli anni Ottanta: l’opposizione allo sgombero del centro sociale Leoncavallo. Una faccenda che si rivela “grossa e scottante”, tra bombe molotov, gas lacrimogeni e fughe sui tetti per sfuggire alla polizia. Bruno è un tipo strano, musicista e sognatore, più che militante ortodosso. Vuole sì difendere i suoi ideali e quel luogo, ma anche la sua sala prove, indispensabile per la sua sopravvivenza nella opulenta e decadente “Milano da bere”, che lui non accetta e che non lo accetta. Con il suo romanzo-verità dallo stile immediato, irresistibile, altamente comico e a tratti drammatico, Bruno ci catapulta in un’epoca in cui centinaia di gruppi rock calcavano i palchi scassati e i pavimenti sporchi di locali underground e luoghi alternativi, lugubri parchi e bar malfamati. E che per la prima volta hanno avuto il coraggio di dire: “No!” Una storia sulla musica ribelle e sulla ribellione, che farà ridere, appassionare, commuovere, e che ha sullo sfondo due diverse Milano: una fredda, corrotta ed elitaria; l’altra calda, bizzarra ma onesta e solidale, che vive una condizione un po’ da tragedia, un po’ da commedia, ma senza dubbio più umana.”
Dalla prefazione di Sandrone Dazieri: Rileggere quanto accaduto nelle pagine di questo libro ha, come si dice, risvegliato in me fantasmi che credevo sopiti e ricordi lacrimevoli. Se c’eravate anche voi, sono certo che subirete il medesimo effetto, altrimenti avrete un assaggio di quello che fu un periodo straordinario e bellissimo di cui ci sentimmo protagonisti ed eroi. E forse lo fummo davvero, per un breve istante.
L’evento è organizzato in collaborazione con i ragazzi del Collettivo autorganizato Swamp di Latina.