Si è fatto attendere, anche se quasi scontato, il pronunciamento del Tribunale del Riesame in merito ai ricorsi presentati per la libertà degli imprenditori Alessandra Capozzi, Antonio Di Girolamo, Fabio e Fabrizio Montico, la dipendente comunale Elena Lusena e l’ex dipendente comunale Nicola Deodato, finiti ai domiciliari a seguito dell’esecuzione di parte delle ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Latina Mara Mattioli relativamente all’inchiesta Olimpia del sostituto procuratore Giuseppe Miliano: ordinanze annullate al pari di quelle che avevano portato in carcere l’ex sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi, l’ex assessore all’urbanistica Giuseppe Di Rubbo, l’ex consigliere Vincenzo Malvaso, gli architetti Luca Baldini e Ventura Monti, il costruttore Massimo Riccardo e ai domiciliari l’imprenditore Andrea Capozzi. Si attende di conoscere le motivazioni della decisione dei giudici e ciò che resta dell’inchiesta sullo spacchettamento dei lavori pubblici, sulle assegnazioni pilotate degli impianti sportivi e sull’urbanistica spinta di Latina in favore di interessi privati e a danno del Comune e della comunità del capoluogo pontino. Inchiesta che ha travolto anche l’ex dirigente comunale Alfio Gentili, finito ai domiciliari rientrando dal Kenya e successivamente rimesso in libertà su istanza al Gip, Silvano Spagnoli e Roberto Pellegrini di Nuoto 2000, subito liberati per un errore nelle ordinanze notificate loro e non più riproposte, e non ultimo il deputato pontino di Fratelli d’Italia Pasquale Maietta, accusato anche di concussione, per il quale è stata chiesta l’autorizzazione a procedere all’arresto con detenzione in carcere pochi giorni prima di un’altra operazione giudiziaria, la Starter, che lo vede al centro di un’inchiesta per autoreciclaggio con il Latina Calcio da cui è stato costretto a dimettersi dalla carica di presidente.