Gli avvocati del Comune di Latina fanno causa all’ente municipale. Notificato oggi a “palazzo” il ricorso al Tar presentato dagli avvocati Francesco Di Leginio, Paolo Cavalcanti e Cinzia Mentullo, tutti dell’Avvocatura comunale di Latina.
I tre professionisti chiedono l’annullamento delle tre deliberazioni (110, 129 e 148 del 2019) della giunta del sindaco Damiano Coletta attraverso le quali è stato modificato e sostituito il Regolamento dell’Avvocatura (leggi qui) approvato nel 2011 dal commissario prefettizio Guido Nardone con i poteri del Consiglio comunale. Ma chiedono anche l’annullamento dei verbali della riunione del Gruppo di lavoro per la redazione dello schema del nuovo regolamento contestato, dei contratti decentrati stralcio del 15 e 18 aprile, delle note della segretaria generale e del dirigente al personale, redatte tra il 9 maggio e il 27 maggio scorso, e di ogni altro atto e/o provvedimento presupposto, connesso e conseguenziale e comunque lesivo dei loro diritti e interessi.
Dopo l’alzata di scudi che aveva richiesto anche l’intervento del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Latina, l’Avvocatura comunale del capoluogo indossa l’elmetto ed esce dalla trincea con un ricorso contro il Regolamento considerato illegittimo sia nell’iter di approvazione che nei contenuti poiché “in contrasto con la legge professionale” per quanto attiene il trattamento retributivo, nonché volto a ridimensionare e sottomettere la struttura professionale dell’avvocatura, modellandola ad un’architettura gerarchica al pari degli altri servizi.
Per i ricorrenti, insomma, nonostante la “mitigazione” ottenuta con l’intervento dell’Ordine degli Avvocati, dopo una dura presa di posizione, che ha poi portato alla terza deliberazione nel giro di un mese, il nuovo regolamento avrebbe riflessi sia sul diritto di accesso agli atti defensionali che sull’inserimento nell’Avvocatura di una figura direzionale senza i necessari requisiti.
Il nuovo Regolamento viene ritenuto dalla giunta già efficace, come chiarito in commissione Affari istituzionali la scorsa settimana dalla segretaria generale Rosa Iovinella, di competenza della giunta e viene rimesso al Consiglio comunale per una mera presa d’atto. Ecco, gli avvocati del Comune hanno eccepito anche su questo. Nel ricorso al Tar infatti i ricorrenti sostengono la competenza del Consiglio comunale e per questo chiedono l’annullamento delle note di Iovinella con le quali si danno indirizzi sulla base dell’efficacia del nuovo Regolamento. Regolamento ritenuto compromettente per l’autonomia e l’indipendenza dei ricorrenti avvocati.
Ad ogni buon contro il ricorso al Tar contro il Comune di Latina da parte dell’Avvocatura che è deputata alla difesa dell’ente è clamoroso, a dir poco. Esso giunge dopo una serie di colpi di scena temporalmente riconducibili al Consiglio comunale del 9 aprile scorso quando il sindaco, con nonchalance, rase al suolo l’esclusività dell’Avvocatura comunale dichiarando, a proposito della sentenza del Consiglio di Stato sul caso De Vizia, le intenzioni dell’amministrazione sulla base del parere di altro studio legale esterno, rappresentante dell’Abc. Da allora fulmini e saette, ricordando anche il bavaglio che il vice sindaco Maria Paola Briganti tentò di mettere all’avvocato Cavalcanti nella seduta della commissione Trasparenza.
Ma al di là del merito del ricorso al Tar è palese che la politica non possa più ignorare questa frattura tra l’amministrazione comunale e l’ufficio più strategico dell’Ente che gestisce contenziosi per centinaia di milioni di euro.