Alla fine Latina Bene Comune ha deciso di rimodulare, fatti salvi gli altri accordi di programma, il progetto per il Centro di alta diagnostica prevendendo l’apparecchiatura Rm Prisma 3 Tesla, al posto del tomografo Pet/Rm ibrido, considerata dal professor Roberto Grassi, presidente della Società italiana di radiologia medica, superiore sia nel campo della diagnostica clinica che nella ricerca scientifica e in grado di consentire una maggiore fruibilità da parte della utenza locale.
Del lungo ed estenuante dibattito consiliare andato in scena ieri cosa resta? Restano molti punti interrogativi sul futuro di questo progetto.
L’ipotesi di rimodulazione del progetto è nata nel momento in cui la Regione Lazio, a maggio 2017, ha espresso il proprio diniego all’istallazione del tomografo presso la struttura di via Largo Ascianghi, motivato dalla necessità di adeguamento dei locali per la medicina nucleare e da questioni marginali, come ad esempio la mancata indicazione del “numero civico”, ha riferito in aula il consigliere Nicola Calandrini. Un problema risolvibile in un soffio, tanto più che come ha ricordato il dem Enrico Forte, l’assessore regionale Mauro Buschini in risposta ad un’interrogazione sull’argomento aveva garantito il superamento dell’ostacolo.
Il sindaco di Latina Damiano Coletta sin da subito ha manifestato “simpatia” verso l’ipotesi B, suggerita dal professor Ettore Squillaci della Fondazione Roma- Sanità e ricerca, credendo fermamente che il nuovo macchinario Rm Prisma 3 Tesla fosse migliore di quello previsto nell’accordo di sei anni fa. Una proposta migliorativa, per il primo cittadino, confermata dal recente parere del professor Grassi. Una proposta a ribasso per associazioni, comitati e forze politiche che hanno preso via via le distanze da Latina Bene Comune. La contrarietà alla rimodulazione del progetto si basa sul fatto che il tomografo Pet/Rm ibrido rispetto al macchinario Rm Prisma 3 Tesla rappresenti nel panorama nazionale quella “rarità” utile a rendere il Centro di alta diagnostica di Latina competitivo per un’offerta quasi unica in ambito radiologico e della medicina nucleare. Un’assurdità per Lbc, poiché il macchinario ibrido è “datato” e in questi sei anni non ha avuto il successo sperato. Con l’apparecchiatura Rm Prisma 3 Tesla del piano B, secondo i sostenitori del piano A, verrebbe snaturato il progetto del Centro di alta diagnostica. Insomma, la rimodulazione del progetto potrebbe configurarsi in una modifica sostanziale dell’accordo di programma faticosamente raggiunto, hanno spiegato in aula i gruppi di opposizione.
Della stessa idea il presidente della Provincia di Latina, Eleonora Della Penna, che con un documento indirizzato al sindaco e al Consiglio comunale ha detto a chiare note che in caso di cambio di carte in tavola si sarebbe vista costretta a chiedere al Comune di Latina la restituzione degli 800mila euro del finanziamento provinciale per la realizzazione del Centro di alta diagnostica. Un rischio che il sindaco è disposto a correre, convinto che l’utilizzo dell’apparecchiatura Rm Prisma 3 Tesla al posto di quella ibrida Pet/Rm non comporti una modifica dell’accordo di programma ma soltanto una rimodulazione del progetto su cui è competente la commissione di vigilanza dell’esecuzione del progetto, presieduta dal prefetto di Latina. Coletta ieri sera ha detto di avere già avuto modo di parlare con il nuovo prefetto del cosiddetto piano B. E ha anche aggiunto che se il presidente Della Penna intende uscire unilateralmente dall’accordo se ne assumerà tutte le responsabilità. “Si rischia di fare la stessa fine dell’ex Icos”, ha tuonato Calandrini, ricordando al sindaco che sono dieci anni che Latina si porta sulle spalle il fardello dell’ex Icos a causa di una modifica di un accordo di programma. Resta quindi l’interrogativo: un macchinario al posto di un altro cambia l’accordo?
In verità in tutta questa storia sono tanti gli interrogativi che restano senza risposta. Se la Regione Lazio ha espresso il proprio diniego all’istallazione del tomografo Pet/Rm ibrido in quanto i lavori presso la struttura di via Largo Ascianghi non erano ancora terminati e per assenza di numero civico perché mai avrebbe dovuto invece esprimere parere favorevole all’istallazione della Rm Prisma 3 Tesla? Perché è stata prospettata questa soluzione invece di rispondere alle eccezioni della Regione?
Nicoletta Zuliani, consigliera del Partito democratico, ieri sera nel suo lungo intervento ha riconosciuto l’autorevolezza del professor Grassi definendo tuttavia il suo parere di parte, in quanto radiologo di fama. Per l’esponente dem nel parere di Grassi resterebbe indietro la medicina nucleare, elemento caratterizzante il progetto originario. Perché? La consigliera ha fatto notare anche che l’apparecchiatura Rm Prisma 3 Tesla del piano B è stata proposta da un altro autorevole radiologo, il professor Squillaci. Della serie “chiediamo all’oste com’è il vino”.
Ieri sera la maggioranza di Latina Bene Comune ha licenziato la rimodulazione del progetto relativo al Centro di alta diagnostica nonostante la diffida della Provincia. Un dettaglio che aprirà il fronte a un nuovo contenzioso, l’ennesimo sui progetti di questa città.