Pubblichiamo di seguito un intervento di Rita Schievano, attivista del meet-up cinque stelle “256 i grilli e le cicale”, da sempre attenta alle problematiche del lungomare di Latina ed in particolare alle sorti degli operatori balneari in sofferenza da anni per il fenomeno dell’erosione della costa, per il degrado della Marina, per la mancata formulazione e attuazione di politiche di rilancio e per il limbo in cui è confinato il nuovo piano spiagge. Schievano entra nel merito dell’ordinanza balneare emessa di recente dal Comune di Latina per trarre conclusioni che possano fungere da stimolo alla maggioranza del governo cittadino e anche all’opposizione. Il nodo da sciogliere, secondo l’attivista a cinque stelle, è quello del nuovo Pua, senza se e senza ma.
L’ ordinanza balneare 2017 è stata pubblicata in data 28 marzo all’albo pretorio ed ha innescato, come era lecito pensare una serie di polemiche tra gli esponenti politici.
Appare oggi una replica da parte dei consiglieri di Lbc in risposta a chi sostiene che questa delibera non cambia nulla rispetto agli anni passati.
Personalmente ho sempre seguito le questioni che interessano il lungomare di Latina, non solo relativamente agli stabilimenti, ma anche riguardo le passerelle o i fitodepuratori del progetto Plus spesso dimenticati, e mi sento quindi di fare alcune osservazioni sulla questione.
La nuova ordinanza è stata definita una “mini destagionalizzazione” e potrebbe sembrare che lo sia visto che si autorizzano le strutture balneari ad erogare servizi già dalla data del 1 aprile, ciò di cui non si tiene conto è che non sono state date autorizzazioni a chi ha più volte chiesto di poter iniziare a rimontare le strutture prima di questa data, anche durante l’incontro che la maggioranza ha tenuto con i balneari circa 15 giorni fa.
Una struttura balneare non può essere “rimontata” in 48 ore, necessita di impianti elettrici, idraulici, oltre ovviamente al posizionamento ligneo della struttura (quest’ultimo preso di mira durante tutta la stagione invernale da chi probabilmente doveva reperire legna da ardere).
L’ultimo atto vandalico a scapito di una struttura risale alla scorsa settimana.
Ciò premesso è evidente che l’ordinanza, per quanto stabilisca l’apertura dal 1 aprile non è attuabile se si dà diniego al rimontaggio delle strutture prima di tale data e stessa cosa dicasi per lo smontaggio, ecco perché in sostanza nulla cambia rispetto all’ordinanza precedente.
Mi preme inoltre sottolineare un’altra questione relativa al lungomare.
A seguito della delibera dello scorso settembre, relativa alla destagionalizzazione, inattuabile, poiché ancora oggi non si è indetta una conferenza servizi con la Provincia, ente che deve rilasciare il parere idrogeologico su cui si sono tanto dibattuti, (titolo tra l’altro in possesso degli operatori, e in corso di validità ancora oggi) si era dato incarico per la Vas, necessaria per il Pua, che entro 6 mesi dalla pubblicazione della legge Regionale sulla destagionalizzazione, tutti i comuni dovevano presentare in Regione.
Ed è proprio su questo che cade la mia attenzione e vorrei che se ne ricordasse sia la maggioranza che l’opposizione.
Senza lo strumento del Pua non ci sarà mai nessuna destagionalizzazione e nessuna ripresa economica del settore che interessa la marina.
L’ordinanza balneare è semplicemente un atto che ogni anno regolamenta la stagione balneare, ma che sostanzialmente non è risolutiva alle lacune che permangono sulle normative vigenti di carattere regionale.
Chiedere un question time sul tema credo sia doveroso da parte di chi siede all’opposizione, esattamente come è doveroso che chi sta governando la città di Latina dia risposte in merito ad un iter che ha già avviato e di cui nulla è dato sapere.
In attesa di vedere atti concreti mi auguro che arrivino risposte senza le quali, qualunque delibera o ordinanza si presta solo a sterili polemiche che non apportano benefici a nessuno, ma rimangono “toppe” per andare avanti.
Rita Schievano