“Al governicchio di Frankenstein non ci crede neanche Zingaretti“. Claudio Durigon risponde così a un dubbio sollevato dal pubblico presente al Circolo Cittadino di Latina. “Non ci crede neanche Nicola Zingaretti che questa fusione possa andare avanti fino alla fine della legislatura, altrimenti non avrebbe rinunciato a un vice premierato”, ribadisce.
Al tavolo lo stato generale pontino della Lega, che ha indetto un incontro pubblico per spiegare il motivo per il quale Matteo Salvini l’8 agosto scorso ha staccato la spina. La sala è gremita. Il pubblico è sostanzialmente l’elettorato della Lega. Ma c’è voglia di capire.
Durigon prende la parola e domina subito la scena. La crisi? “E’ iniziata con le Europee, ed è in Europa che il Movimento cinque stelle ha tradito la Lega”, spiega Durigon nei particolari dei voti espressi dai 14 deputati pentastellati eletti a Bruxelles, primo tra tutti in favore di Ursula Von der Leyen, alla presidenza della nuova Commissione europea. “C’era un accordo – dice -, tra Conte, Macron e Merkel. La forza sovranista della Lega (29 deputati) stava dando fastidio ai poteri forti. In Italia si deve fare quello che dice Francia e Germania e i cinque stelle si sono piegati”.
“E ora al nuovo Governo – replicano dal pubblico – arriveranno più soldi dall’Ue”. “Ma il Governo rosso-giallo (per favore non chiamatelo giallo-rosso, che mi fa male) dovrà spendere come dicono loro. Se spendi come dicono loro scatta la flessibilità. Sapete, oggi, attorno all’isola di Lampedusa ci sono nove navi piene di migranti che aspettano l’apertura dei porti. Dico, nove navi: non era mai accaduto prima”, risponde Durigon, aggiungendo che il Partito democratico non rinuncerà mai a riaprire i porti.
L’ormai quasi ex sottosegretario racconta gli undici mesi di lavoro gomito a gomito con il premier Giuseppe Conte: “Tutto è filato liscio, fino alle europee. Al di là delle diversità tra la Lega e i Cinque stelle io mi sono sempre posto cercando le soluzioni. Mi hanno chiamato la colomba bianca, anche se a causa del peso non potevo volare”. Durigon fa le battute, ma al contempo chiarisce, su domanda proveniente dal pubblico, che la decisione di Salvini di staccare la spina è stata una decisione condivisa: “Il 6 agosto abbiamo chiesto infrastrutture, il no al salario minimo e la riduzione delle tasse. Ci è stato detto di no. Il Papeete non c’entra niente; e a quelli di Forza Italia che insistono sul Papeete rispondo che loro sono figli del bunga bunga. E l’aumento dell’Iva è un falso problema e vi spiego perché: – 23 miliardi, 14 provenienti dal Governo di Monti e 9 quelli che abbiamo posticipato noi. Si poteva spostare ancora e lo farà probabilmente anche il nuovo Governo”.
Le poltrone? “Ecco, quando si parla di poltrone non si devono intendere solo quelle dei ministeri, ma altre cinquecento nomine. La dignità non vale 500 poltrone: il nostro era un governo per il cambiamento, quello che verrà sarà basato sul trasformismo piegato alla volontà dei poteri forti dell’Europa”.
Durigon chiude il suo intervento affermando che la Lega farà un’opposizione dura al nascente Governo e promettendo a breve il ritorno al voto. “Il mio rammarico è l’autostrada Roma-Latina, Toninelli si è lasciato confondere da quattro manifestanti. In questi giorni ho chiesto a Conte di tenermi informato se vi fosse stata intenzione di riaprire i porti e fare marcia indietro sugli altri decreti. Non ho avuto risposte, e credo che sia un cattivo segnale”.
La questione nazionale ha dominato la scena al Circolo Cittadino di Latina dove si doveva la Lega contava di parlare anche dell’accordo tra il partito democratico e Latina bene Comune. Solo un breve accenno da parte del coordinatore locale Armando Valiani: “Su Latina si ripercuote la situazione nazionale dove per poter continuare a governare il sindaco Damiano Coletta sta facendo accordi trasversali con forze politiche sconfitte alle elezioni passando sopra a quelle che sono le necessità della città e dei cittadini”.
Al tavolo anche il coordinatore regionale della Lega, il deputato Francesco Zicchieri, il coordinatore provinciale Silviano Di Pinto, l’eurodeputato Matteo Adinolfi il quale ha confermato, nelle sue dichiarazioni, la versione del tradimento del M5s a Bruxelles che ha generato la crisi di governo in Italia: “I cinquestelle si sono venduti alla Merkel e a Macron che vogliono farci fare la fine della Grecia. Una provincia tedesca dove tutte le industrie, le utility più importanti sono in mano alla Germania”.
Di seguito le foto dell’incontro pubblico al Circolo Cittadino di Latina e due brevi video- interviste a Claudio Durigon e Matteo Salvini
Latina, Durigon (Lega) su ipotesi campagna acquisti scontenti a 5 stelle
Latina, Adinolfi: Lega boicottata in Europa, Macron e Merkel i mandanti