A guardarla oggi, quando mancano più di tre mesi, sembra già la più strampalata battaglia elettorale della nostra vita.
Hai voglia a dire della disaffezione verso la politica, perché a Latina già oggi sono pronti a darsele di santa ragione (certo, a parole) una quindicina di candidati a sindaco. Di ogni provenienza. L’ultima a ufficializzare la propria discesa in campo è stata ieri Marilena Sovrani, ex assessore alla pubblica istruzione, che porterà con sé un patrimonio di liste di area moderata e cattolica. Il primo a lanciare la sfida però era stata la lista civica per eccellenza, Latina Bene Comune di Damiano Coletta, deciso a fare il grande passo sulla scia del grande lavoro svolto in questi anni con l’associazione Rinascita Civile. In mezzo, tutto il resto.
A partire dal Partito Democratico che ha scelto Enrico Forte con le primarie (battuto Paolo Galante), per proseguire con Angelo Tripodi (con 8 liste a sostegno, tra cui La Destra), Alfio D’Annibale (Latina Agricoltura, Mare e Turismo), Marco Savastano (Casapound), Gianni Chiarato (5 liste), Luigi Pescuma (Movimento per Latina), Davide Lemma (La tua voce per Latina) e Danilo Calvani (Movimento 9 dicembre).
C’è poi il nodo Cinquestelle, che qui a Latina è in attesa di autorizzazione per l’utilizzo del simbolo, e comunque dopo una sfida interna tra Bernardo Bassoli, Francesco Ricci e Marinella Pacifico. Quasi certamente avrà un proprio candidato anche Noi Con Salvini, così come ne avrà uno la sinistra radicale. Ha annunciato la propria discesa in campo anche il movimento nazionalista popolare Lega Italica. Infine, ma non è detto che sia finita qua, ci sono i litiganti di sempre, il centrodestra classico così com’era fino a poco tempo fa: Fratelli d’Italia, Nuovo Centrodestra e Forza Italia. Se Nicola Calandrini ed Enrico Tiero si sfideranno il 13 marzo nelle primarie ristrette, Forza Italia andrà da sola, e non è detto che sia con Alessandro Calvi.
Tutti consapevoli che il prossimo sarà un mandato tutto lacrime e sangue per via di una situazione contabile che già lambisce il dissesto finanziario, con nodi pesantissimi da risolvere. Tutti però animati dal più nobile degli intenti, pronti a sacrificarsi pur di risollevare le sorti di una città massacrata nelle risorse e nel morale. Hai voglia poi a dire della disaffezione.