“Accogliamo con piacere la notizia dell’assegnazione e parziale consegna delle 48 case popolari al Pantanaccio, ciononostante non possiamo fare a meno di rilevare come nelle graduatorie nei primi 50 posti ben il 38% siano stranieri e come il problema dell’emergenza abitativa a Latina sia ancora tutto da risolvere”. E’ quanto afferma in una nota stampa Casapound Latina che sull’emergenza abitativa del capoluogo pontino si sta interessando da tempo, soprattutto a seguito degli sgomberi avvenuti al Colosseo.
“Abbiamo ritenuto necessario, dopo i fatti del Colosseo – afferma Marco Savastano -, fare un’analisi della situazione immobiliare di questo stabile per individuare quali appartamenti e quali uffici fossero stati occupati. Ciò che è venuto fuori è che molti di questi locali sono intestati alla cooperativa Cosmopolitan, il cui amministratore fino al mese di novembre 2018 era Salvatore Forlenza, marito dell’assessora Patrizia Ciccarelli. Forlenza è già assurto agli ‘onori’ delle cronache a causa dell’indagine che lo vedeva coinvolto nel subaffitto illegale per il valore di €1 al mese di un locale commerciale di proprietà del Comune sito in via degli Osci”.
L'”indagine” sul Colosseo effettuata da CasaPound conferma la compresenza di immobili della Cosmopolitan e dell’Inps. “Sempre al Colosseo si rileva che diversi ambienti sono di proprietà dell’Inps – si legge nel comunicato odierno – , che in tutta Latina detiene ben 426 immobili tra appartamenti, locali commerciali, cantine e garage. Di questi ben 116 non utilizzati, tra cui 67 abitazioni. Tutti i dati qui riportati sono disponibili sul sito dell’Istituto stesso, che tuttavia non provvede ad aggiornarli dal 2016”.
“Ciò che viene da chiedersi – afferma Savastano – è per quale ragione questi non vengano affittati o messi in altro modo a frutto, essendo patrimonio pubblico sostanzialmente inutilizzato e improduttivo. Basterebbe, ad esempio, darli in affitto a prezzi calmierati per far fronte all’emergenza abitativa, con il Comune in posizione di interlocutore privilegiato nella risoluzione di questa situazione ormai storica. Un tavolo di lavoro con Inps, Comune e Servizi Sociali potrebbe essere aperto proprio per individuare una serie di misure mirate, per togliere dalla strada le famiglie italiane e far sì che queste non si trovino nella condizione di dover trovare da sole gli immobili, prive come sono delle garanzie economiche necessarie. Ad esempio, l’insufficiente contributo di 300 euro erogato dai Servizi Sociali a molte di queste famiglie potrebbe essere utilizzato direttamente dalle istituzioni per affittare i suddetti locali Inps, allo scopo di trovare una soluzione abitativa temporanea per gli assistiti”.
Ai raggi X di CasaPound anche le proprietà dell’Ater: “E’ dal 30 gennaio che attendiamo una risposta alla pec che abbiamo inviato all’Ater, in cui chiedevamo chiarimenti sulla situazione immobiliare dell’ente, ovvero quanti locali risultano effettivamente utilizzati: siamo a conoscenza infatti di diversi ambienti completamente murati e in disuso”.
“In attesa che nella ‘città dei diritti’ di Coletta e soci si decida di intervenire su larga scala con un piano-casa – conclude Savastano -, siamo convinti che una prima linea per arginare il problema dell’emergenza abitativa possa essere rappresentata dall’utilizzo del patrimonio pubblico inutilizzato di Inps e Ater e invochiamo quanto prima la convocazione di un tavolo di confronto tra enti. Infine, chiediamo che vengano chiariti i ruoli che in tali questioni rivestono cooperative come la Cosmopolitan”.