Sergio Sciaudone del Partito Comunista di Latina attacca l’amministrazione comunale rea, secondo lo stesso, di aver sottovalutato il monitoraggio delle piante. Il suo intervento fa seguito all’episodio verificatosi ieri davanti all’istituto scolastico Vittorio Veneto. “Nulla accade per caso e nulla cade per caso – afferma -. Il pino caduto in viale Mazzini dà il senso di come l’amministrazione comunale abbia cura del verde, basta fare un giro per il parco comunale per accorgersi che quella che avrebbe potuto essere una tragedia non è una anomalia. Qualche settimana fa sono intervenuti i vigili del fuoco in via Fabio Filzi per un pino a cui si era rotta la chioma e metà pianta è ancora lì, in attesa di cadere spontaneamente, con la speranza che non passi nessuno in quel momento. Il parco è disseminato di piante secche o che stanno morendo e nessuno interviene per salvare il salvabile e per mettere in sicurezza le aree interessate. Ma come dicevamo nulla è casuale, questa situazione è figlia della sclerotica guerra ai dipendenti comunali, rei di essere in forza prima dell’avvento di Re Sole, portata avanti dalla giunta Coletta; ed è così che l’agronomo responsabile dell’ufficio parchi e giardini viene assegnato ad altro incarico, lasciando il vuoto tecnico che sta provocando i danni che vediamo”.
Sciaudone incalza: “Mentre i fan di Coletta riempiono i social di foto di giardini con l’erba tagliata, in alcuni casi senza passare nemmeno il decespugliatore tanto da avere l’erba intorno alle panchine più alta delle panchine stesse, senza raccogliere le cartacce e senza raccogliere l’erba e quello che ne è contenuto (feci di animali, bottiglie rotte, siringhe ecc.), nessuno – afferma l’esponente comunista – ha il compito di monitorare le piante a rischio, e si che a Latina ce ne sono molte ed alcune, come il quelle in viale Mazzini, site in posti ad alta circolazione. Eppure con l’ordinanza del 7 dicembre 2016 era chiaro che il sindaco disponeva che i proprietari ed i conduttori di aree confinanti a strade pubbliche dovevano provvedere, tra le altre cose, alla potatura di piante che avrebbero potuto arrecare pericolo alla sicurezza stradale. Insomma – conclude – quello che è un obbligo, giusto, per il cittadino è un optional per chi parla di bene comune”.