Riceviamo e pubblichiamo una nota del Fronte della Gioventù Comunista, sezione di Latina, sul teatro D’Annunzio di Latina e sulla gestione della cultura da parte dell’amministrazione di Latina Bene Comune.
La giunta Coletta si conferma una giunta borghese anche nella gestione della cultura: una giunta che quando non rende inaccessibile il teatro sigillandolo, lo rende inaccessibile economicamente con l’aumento dei prezzi dei biglietti. Si potrebbe pensare ad una famiglia monoreddito composta da due genitori e un figlio, che per assistere a uno spettacolo si troverebbe a spendere almeno 61 euro, non contando possibili spese ulteriori, dedicando ad una sola serata gran parte del salario. Allo stesso modo uno studente, che dovrebbe essere il principale destinatario, spenderebbe almeno 20 euro per uno spettacolo che molto spesso non è orientato ai suoi possibili interessi culturali. É chiaro che una famiglia monoreddito di un operaio o di un impiegato non può permettersi la cultura targata Coletta. Su questa tematica la pseudo giunta di sinistra trasversale è stata battuta anche dalle precedenti giunte che intervenivano economicamente per far in modo che il biglietto ridotto fosse veramente tale. Lontanissimi i tempi in cui sulle locandine degli spettacoli si trovava scritto intero 18 mila lire, ridotto tremila. Tempi lontanissimi non in riferimento agli anni trascorsi ma alla concezione della cultura fruibile da tutti che anche la vecchia DC in qualche modo tutelava. In questo contesto appaiono ridicole le parole della destra che asserisce che questa amministrazione sia comunista. Se da una parte abbiamo una amministrazione incapace di gestire la città e che si riempie la bocca di legalità, dall’altra abbiamo una opposizione capace solo di urlare e di additare tutti come comunisti senza sapere neanche cosa sia il comunismo, con i propri rappresentanti che cambiano casacca di elezione in elezione.
Fronte della Gioventù Comunista, sezione di Latina