Il Pd di Latina contesta il Governo per il taglio delle risorse destinate alla scuola. Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Simona Gasbarri, responsabile Scuola della segreteria comunale del Partito democratico.
Il governo che sostiene “essere del popolo” colpisce indiscriminatamente i più deboli. Nel triennio 2019-2021 le risorse per la scuola si ridurranno per un ammontare pari a 3,9 miliardi di euro. Si passa nel giro di tre anni ad una riduzione delle risorse per l’istruzione primaria e per quella secondaria. L’attuale governo taglierà quasi 4 miliardi di euro all’istruzione pubblica e a determinare questa flessione sarà, soprattutto, la riduzione dei fondi destinati agli insegnanti di sostegno.
Forse il governo è particolarmente distante da una realtà come quella attuale, che vede un aumento di ragazzi con difficoltà e con bisogni educativi speciali. Questo taglio delle risorse porta a non avere strumenti che garantiscano integrazione scolastica e quindi diritto allo studio.
Nella nostra città possiamo registrare un forte aumento dei ragazzi e delle ragazze che necessitano di insegnanti di sostegno e di risorse compensative. Ridurre gli investimenti arreca danni non indifferenti. Inoltre le scuole di Latina hanno bisogni di enormi investimenti in edilizia scolastica e in tutte quelle risorse che possano garantire un efficientamento dei servizi per i nostri cittadini. Infatti sono noti problemi strutturali e funzionali derivanti dall’assenza di fondi.
La tendenza appare diversa da quanto dichiarato in campagna elettorale.
Non appare chiaro come la riduzione degli investimenti sulla scuola possa produrre dei vantaggi.
La capacità critica deve essere alla base di chi fa politica oggi e se il PD può aver sbagliato alcuni provvedimenti sulla Scuola, si deve riconoscere che durante i governi PD si è investito sulla Scuola. Sono state coniate misure per intervenire sull’edilizia scolastica, sul benessere degli studenti, per realizzare assunzioni di docenti, migliori servizi per ragazzi disabili. Tutto ciò si ottiene ponendo al centro delle politiche l’istruzione. Tutto ciò si ottiene con un mirato stanziamento di fondi e risorse.
Questo è un governo che non crede nei docenti, nella scuola, nella conoscenza e nella cultura. Eppure dovrebbe essere il primo dei nostri problemi, considerando che siamo ultimi in Europa, davanti solo a Grecia e Romania, per percentuale di popolazione che completa il percorso di studi. L’Italia non avrà futuro se diventerà sempre più un paese di ignoranti.
Un governo cresciuto per l’ignoranza e per l’odio non può investire sulla conoscenza e sul sostegno a chi è in difficoltà.
Simona Gasbarri