La discarica di Borgo Montello approda in Consiglio comunale di Latina nell’adunanza del 7 maggio, fissata alle 9.30.
In discussione un ordine del giorno richiesto dall’opposizione, a firma di tutti gli esponenti di minoranza: Alessandro Calvi, Giovanna Miele, Giorgio Ialongo, Nicola Calandrini, Andrea Marchiella, Matilde Celentano, Raimondo Tiero, Matteo Adinolfi, Enrico Forte, Nicoletta Zuliani, Matteo Coluzzi e Massimiliano Carnevale. “Situazione e prospettive”. Due sole parole per ricondurre la tematica nella sede di massimo consesso alla luce del recente investimento della Systema Ambiente, che ha acquistato al fallimento della Latina Ambiente (51% del Comune di Latina), per due milioni e mezzo di euro, la partecipazione del 51% del gestore della discarica (attualmente chiusa), la società Ecoambiente, titolare di progetti di ampliamento, e della recente approvazione del Piano provinciale dei rifiuti e del relativo aggiornamento cartografico indicante i siti di discarica, tra i quali resta Borgo Montello.
Sullo sfondo la delibera della giunta regionale 199 del 2016 che prevede la riapertura degli invasi di Borgo Montello, contro la quale il Consiglio provinciale di Latina prima e il Consiglio comunale di Latina dopo si erano espressi con deliberazioni unanime di intenti che al momento non trovano conferme in atti amministrativi specifici, al di là dei proclami dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Damiano Coletta che a più riprese, soprattutto in questo ultimo periodo in cui si sono riaccesi i riflettori su Montello per l’acquisizione della partecipazione azionaria del 51% di Ecoambiente da parte di una società riconducibile al gruppo Cerroni, si è detta contraria alla riapertura degli invasi. Per l’opposizione si tratta di accendere un faro sulla “situazione” venutasi a creare, ovvero l’interesse del gruppo Cerroni sugli invasi – mai bonificati di Montello – e sul mancato inserimento di fattori escludenti, nella nuova cartografia del piano provinciale dei rifiuti, che avrebbero potuto assegnare una diversa destinazione del sito che da quarant’anni ammorba gli abitanti di via Monfalcone, dirimpettai della discarica in attesa da decenni di un indennizzo. Indennizzo a portata di mano, a costo zero per Comune e Regione, consistente nel riconoscimento di premi di cubatura in altro luogo. Indennizzo in parte rimesso in discussione con una recente mozione approvata dal Consiglio comunale di Latina in pena campagna elettorale per una diversa soluzione, azzerando o quasi l’iter già intrapreso.
L’ordine del giorno dell’opposizione, che sarà discusso in Consiglio il 7 maggio, è stato richiesto il 17 aprile scorso, ma nel frattempo si è aggiunta un’altra novità. Si tratta della sentenza del Tar, data 24 aprile 2018, che dichiara la Regione Lazio inadempiente all’obbligo di individuazione di un sito per la realizzazione di una discarica di servizio utile alla Rida Ambiente di Aprilia, di Fabio Altissimi, per il conferimento degli scarti del trattamento biologico meccanico attuato nel proprio stabilimento. Come si ricorderà la società Paguro, riconducibile allo stesso Altissimi, aveva presentato un’offerta di acquisto della partecipazione dei Ecoambiente. Ora l’imprenditore sconfitto all’asta dal diritto di prelazione riservato alla società del gruppo Cerroni dichiara, alla luce del pronunciamento del Tar in suo favore che anche “se la decisione manterrebbe inalterato l’asset di monopolio gli permetterà di svolgere l’attività senza ingiustificati ostacoli”.
Dal Consiglio comunale di lunedì prossimo si attende chiarezza sulle “prospettive” che la politica cittadina vorrà imprimere con azioni concrete attorno alla discarica di Borgo Montello. Ai residenti di via Monfalcone le parole non bastano più, di contro c’è la necessità di una discarica di servizio per chiudere il ciclo dei rifiuti in ambito provinciale che non potrà essere rinviata ad oltranza. La matassa si sta ingrandendo a vista d’occhio.