Si è tenuta l’assemblea del clero durante la quale il vescovo di Latina Mariano Crociata ha annunciato alcune nomine a parroco, che andranno in vigore tra settembre e ottobre prossimo, quando sarà definito il calendario per le celebrazioni dei nuovi ingressi.
Le nomine:
- Cristo Re (Borgo Vodice): Don Bruno Mustacchio;
- S. Francesco d’Assisi (Borgo Montenero): Don Joseph Nicolas;
- S. Francesco d’Assisi (Cisterna di Latina): Don Peppino Mustacchio;
- San Cesareo (Terracina): Don Giuseppe Fantozzi;
- Divina Maternità di Maria (Frasso) e San Pio X (La Fiora): Don Orlando Rafael Giménez Jiménez;
- SS.ma Annunziata (Borgo Montello): Don Pierpaolo Cilla;
- Maria Immacolata (Borgo Carso): Don Livio Di Lorenzo, che resta anche Parroco di Borgo Podgora.
L’assemblea del clero è stata anche l’occasione per fare il punto della situazione sull’anno pastorale appena trascorso e sull’orientamento futuro. Su questo aspetto, il vescovo Mariano Crociata ha spiegato che il tema guida dell’anno prossimo sarà la spiritualità, ma non intesa come una serie di pratiche private e intimistiche, e nemmeno una serie di attività rituali, devozionali, perfino contemplative. L’obiettivo è “coltivare la spiritualità intesa come la coscienza di sé e l’attenzione personale con cui riusciamo a vivere qui e ora alla presenza di Dio fermamente creduta come sempre attiva e operante”, ha spiegato Crociata proseguendo così: “Perciò è alla cura di quella verità, interiore ed esteriore insieme, che bisogna dedicarsi, alla ricerca di una autenticità che traspare spontaneamente quando si dà una corrispondenza senza scarti tra interiore ed esteriore, per cui ciò che appare fuori rimanda senza riserve a ciò che c’è dentro il cuore e la mente. Gesù è un uomo interamente spirituale perché unificato, perché tutto ciò che dice e fa rispecchia la sua unità con il Padre e la potenza dello Spirito che lo anima e lo spinge verso di Lui e verso i fratelli. Egli è tutto e interamente nello Spirito con il Padre in tutte le cose che fa e con tutte le persone che tratta col medesimo amore con cui vive le sue relazioni originarie. Questo è il modello a cui dovrebbe ispirarsi ogni credente, a prescindere dal sacramento ricevuto, dal ruolo, dalla condizione storica ed esistenziale”.