Dimensionamento scolastico ad alta tensione: non basta la ragione dei numeri ad appianare le differenze. Sta facendo molto discutere a Latina la scelta dell’amministrazione comunale, palesata nel corso dell’ultima commissione consiliare alla Cultura, di annettere la storica scuola di piazza Dante all’istituto Volta.
Il presidente dell’organismo consiliare Fabio D’Achille e l’assessore al ramo Antonella Di Muro si erano detti convinti che, facendo passare la scuola di piazza Dante dall’istituto comprensivo Giovanni Cena a quello Alessandro Volta, oltre a salvare il prossimo anno scolastico del Volta (e quelli futuri) si sarebbe bilanciato anche il numero degli alunni dell’istituto Cena”. “In media ci sarebbero circa 950 alunni in entrambi gli istituti comprensivi – avevano spiegato D’Achille e Di Muro -: un numero in linea con la media regionale e che, da un lato, metterebbe il Volta al riparo rispetto alle nuove linee guida regionali sul dimensionamento scolastico (il numero minimo di allievi è 600 per gli istituti comprensivi), e dall’altro lato non arrecherebbe danno alla Cena che avrebbe comunque un congruo numero di alunni (previsti fra l’altro in crescita per i prossimi anni e che, in seguito ai lavori programmati per ripristinare l’agibilità al piano superiore del plesso, potrebbe tornare ad iscrivere tutti coloro che ne faranno richiesta)”.
Ma il ragionamento posto in essere dai due esponenti di Latina Bene Comune non considererebbe molte altre cose secondo i gruppi consiliari Lista Calandrini e Fratelli d’Italia che hanno presentato un’apposita interrogazione, con richiesta di risposta immediata in sede di question time.
L’iniziativa porta la firma della di Matilde Celentano, Andrea Marchiella e Nicola Calandrini. I tre consiglieri di opposizione fanno notare prima di tutto che “il dimensionamento degli Istituti scolastici comporta un’analisi ed una proiezione degli alunni iscritti da almeno un triennio se non quinquennio (istituti comprensivi), nonché l’esame delle esigenze dell’utenza e del territorio in cui essi insistono” e che “le Amministrazioni locali devono acquisire le delibere dei Consigli d’Istituto coinvolti nel dimensionamento avendo lo stesso ricadute oltreché sull’utenza anche sul personale docente ed Ata”.
L’obiettivo dei due gruppi consiliari di minoranza è quello di capire fino in fondo le ragioni che hanno portato Lbc ad avanzare la proposta di dimensionamento in questione, atteso che il 24 ottobre scorso – si legge nell’interrogazione – all’incontro tra i rappresentanti provinciali e le organizzazioni sindacali non solo non è stata presentata alcuna proposta ma non sarebbero emerse criticità. “La proposta di un dimensionamento deve essere il più possibile condivisa tra le parti coinvolte – scrivono gli esponenti di opposizione, lasciando intendere che contrariamente a quanto affermato dalla maggioranza non tutti sono d’accordo – per una razionalizzazione efficace e partecipata e per una collaborazione interistituzionale, nell’osservanza delle norme statali e regionali”.
“La logica dei numeri non può essere la sola ragione di un dimensionamento – si legge nell’interrogazione – (dato che un istituto può perdere l’autonomia, ma non la sede e la prerogativa di erogare servizi all’utenza) disgiunta dall’offerta educativa formativa e dal territorio. La motivazione /previsione dell’Amministrazione di un recupero di iscritti per l’Istituto Cena legata a futuri interventi di ripristino del secondo piano deve ritenersi di scontata realizzazione, di contro invece al prevedibile e concreto calo degli iscritti del Volta, considerando lo storico”.
I consiglieri, dunque, interrogano il sindaco sulle ragioni/valutazioni della proposta di dimensionamento dell’istituto Cena a favore del Volta mediante lo scorporo della storica scuola di Piazza Dante che si ritroverebbe decentrata dal territorio e dai servizi amministrativi per l’utenza. I consiglieri firmatari dell’interrogazione chiedono se siano stati esaminati e comparati gli aspetti e gli effetti socio-demografici-abitativi, nonché l’offerta pedagogica-didattica-formativa dei due istituti unitamente ad altre eventuali criticità a scapito o a favore. Un interrogativo, quest’ultimo al centro della vicenda, perché una ragione ci dovrà pure essere se un istituto perde iscritti e l’altro li aumenta di anno in anno.
Lista Calandrini e Fratelli d’Italia, infine, chiedono se sia stato fatto un esame accurato della rete scolastica del Comune; se siano stati analizzati i bisogni educativi delle utenze, le dinamiche di sviluppo territoriale dei due istituti, la stabilità delle due istituzioni scolastiche nel tempo (e quindi uno storico degli iscritti) e la capacità di rapportarsi in modo sempre più diretto con il territorio di riferimento; quali o altri possibili o diverse delibere sono state acquisite e vagliate onde fugare il dubbio di una scelta strumentale e ad hoc”.
L’ultimo interrogativo dei consiglieri di opposizione è volto a chiedere se, “nel rispetto della trasparenza, siano stati osservati tutti i passaggi formali previsti dalle norme in materia e le delibere acquisite e assunte siano state analiticamente motivate rispetto allo status quo, alle criticità emerse ed ai rimedi presumibilmente risolutivi adottati o proposti”.