C’è qualcosa di ancora non detto sulla variante Q3 e sull’eliminazione del vincolo alberghiero che la giunta del sindaco di Latina Damiano Coletta ha approvato il 28 dicembre scorso in favore dell’istanza di un privato. “Una normale pratica edilizia”, dirà l’assessore all’urbanistica Francesco Castaldo, dopo il clamore della pubblicazione della delibera sprovvista di allegati e l’acquisizione degli stessi da parte della Procura della Repubblica per la verifica dell’iter seguito dall’amministrazione nella modifica del Piano particolareggiato edilizio del comprensorio Q3, approvato in variante al Piano regolatore generale nel lontano 1990. C’è qualcosa di ancora non detto che potrebbe far tremare il “palazzo”, al di là di quelli che potrebbero essere i risvolti degli accertamenti disposti dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano e affidati ai carabinieri forestali del Nipaaf di Latina che hanno già posto la giunta Coletta sotto accusa in ordine alle ipotesi di falso e lottizzazione abusiva. Si tratta di un segreto politicamente inconfessabile.
Si è appreso il 15 gennaio scorso, nel corso della commissione consiliare Governo del territorio del Comune di Latina, che la società Green Building srls, che vuole realizzare a ridosso dell’hotel Garden un edificio commerciale di oltre 5.000 metri quadrati per tre superfici di vendita, ha al suo attivo un compromesso di compravendita con la società Corica Costruzioni srl per l’acquisizione del fondo interessato dall’intervento edilizio.
Il dettaglio ha sollevato ulteriori perplessità sulla legittimità della variante urbanistica di fine anno per l’eliminazione del vincolo alberghiero insistente sul fondo in questione, finalizzata alla realizzazione del progetto della Green Building. Poteva la giunta approvare una variante puntuale in favore di una società che ancora non ha definitivamente concluso l’operazione immobiliare, condizionata proprio all’ottenimento del permesso a costruire entro la fine di novembre 2019? Questo il dubbio sollevato nella commissione del 15 gennaio 2019.
Allo stato attuale il titolare effettivo del fondo interessato dal progetto è la società Corica Costruzioni che ha fatto un preliminare di compravendita con la Green Building, la quale ha versato tanto di caparra (qualche decina di migliaia di euro) a fronte del prezzo concordato nell’ordine di alcuni milioni di euro da saldare in concomitanza con il rogito notarile. Anche questi elementi sono stati riferiti in commissione Governo del territorio sulla base di una documentazione messa a disposizione dei commissari.
In questi giorni si sono sollevate numerose polemiche sulla variante Q3, quella “della presa d’atto della decadenza del vincolo alberghiero introdotto nel 1977 ai fini di un finanziamento regionale per la durata di dieci anni” per usare la versione fornita dall’amministrazione di Latina Bene Comune che non ha convinto per nulla gli inquirenti. Per gli investigatori del Nipaaf la storiella del mutuo sarebbe visto come il falso presupposto della delibera. In base agli accertamenti svolti su delega della Procura la varante Q3 sarebbe una variante urbanistica vera e propria, una variante al Piano particolareggiato approvato nel 1990 con l’estensione del vincolo alberghiero alle pertinenze dell’hotel Garden, diversamente relegate a verde privato vincolato, come sottolineato in commissione dall’opposizione. Dunque, una variante illegittima perché approvata dalla giunta e non dal Consiglio comunale vista la modifica delle previsioni urbanistiche. Una variante che “sdoganizza” 25mila metri cubi per superfici commerciali utilizzando un falso presupposto, sempre secondo gli inquirenti, in favore di una lottizzazione di fatto abusiva.
Nel bailamme di dubbi avanzati, sia dal punto di vista della trasparenza (si ricorda il ritardo con cui sono stati pubblicati gli atti allegati alla delibera e l’avviso pubblico per la presentazione delle osservazioni), sia dal punto di vista urbanistico (variante per un edificio prettamente commerciale approvata con una procedura considerata errata), sia dal punto di vista politico (un altro centro commerciale a pochi metri dal Morbella e dal Carrefour?), qualcuno della maggioranza di Lbc probabilmente con l’ansia di difendere la propria scelta finita sotto attacco ha posto un suo interrogativo: a chi dà così fastidio questa variante?
Una domanda che incuriosisce e che ne favorisce un’altra parallela: a chi giova la variante? Risposta ovvia: alla Green Building che l’ha chiesta, ovvero che ha chiesto il permesso a costruire un edificio commerciale su un lotto rimasto ancorato ad un vincolo alberghiero. Una richiesta legittima? I dubbi sono tanti.
In commissione, dicevamo, si è appreso che tuttavia la Green Building non ha ancora piena titolarità del fondo, ce l’ha la Corica Costruzioni e se il permesso a costruire andrà a buon fine (difficile pensarlo a questo punto della vicenda ma è quanto scritto nel compromesso di vendita) si concluderà anche l’affare immobiliare, stando alla documentazione mostrata in aula. Quindi, tutto sommato la variante potrebbe, o avrebbe potuto, giovare anche alla Corica Costruzioni. Ma di chi è la Corica Costruzioni?
Si tratta di una società che, in base ad una visura camerale storica estratta alla data del 16 gennaio 2019, risulta di proprietà al 57,5% della Prestige House srl con socio maggioritario Mirian Simonetto e socio minoritario Giacomo Corica. La Prestige House risulta in concordato preventivo dal 23 ottobre 2017. Il 22, 5% della Corica Costruzioni, inoltre, è di proprietà della società Centro Invest srl; soci Biagina Pietricola, Vincenzo Malvaso e Bernardino Grenga che è anche amministratore. Un ulteriore 10% della Corica Costruzioni è di proprietà della Agyrion Immobiliare srl; soci al 50% Vincenzo Malvaso e Bernardino Grenga. Il restante 10% della Corica Costruzioni è al 5% di Fausto Bianchi e al 5% di Flavio Bianchi. Una bomba!
Ecco quindi che tra i soci della Corica Costruzioni spuntano anche nomi di società “note” alla cronaca recente di questa città riconducibili a vicende che, per usare l’espressione di Lbc, appartengono a quelli di prima, a quelli passati alla storia anche per la cosiddetta variante Malvaso. Insomma, quelli per i quali la città è stata svegliata dal rumore degli elicotteri che la consigliera di maggioranza Marina Aramini non perde occasione di ricordare.
Non sarà la Corica Costruzioni, forse, a realizzare le nuove superfici commerciali accanto all’hotel Garden ma, stante l’istanza presentata in Comune qualora l’ente rilasciasse il permesso a costruire, un altro Corica, Luigi Corica, titolare al 100% della Green Building, a completamento, con la Corica Costruzioni e quindi con i suoi soci, della compravendita immobiliare attivata.
La variante urbanistica approvata in tutta fretta tra Natale e Capodanno dalla giunta di Coletta, unitamente all”ingombrante” assetto societario della Corica Costruzioni, ancora titolare effettivo del fondo, quasi inspiegabilmente appaiono un ritorno a quel passato politico mille volte rinnegato, distanziato con appelli continui alla legalità da parte di Lbc. Si tratta di una polpetta avvelenata? E da chi? Il 15 gennaio scorso i componenti di maggioranza della commissione urbanistica, eccetto Maria Grazia Ciolfi che si è astenuta, hanno votato contro la proposta dell’opposizione, ovvero di indirizzare la giunta a sospendere la deliberazione in autotutela viste le criticità emerse: nessun dubbio per la maggioranza convinta della legittimità dell’atto di giunta. Una delibera per la quale “la giunta ha operato nella legalità”, ha affermato il 23 gennaio (successiva seduta della stessa commissione) il segretario/direttore generale nonché responsabile dell’anticorruzione Rosa Iovinella che insieme al dirigente dell’urbanistica Paolo Ferraro ha fatto quadrato attorno all’esecutivo del sindaco e alla variante approvata.
Oggi c’è un’altra verità, quella scritta nell’informativa di reato consegnata dai forestali al Pm Miliano: nel mirino sindaco, assessori (tutti eccetto Giulia Caprì, assente nella giunta del 28 dicembre), il dirigente Ferraro, Luigi Corica e l’architetto della Green Building Viviana Agnani.