Lunedì 3 aprile il D’Annunzio si trasforma in “palcoscenico della legalità”. Alle ore 11.00 il sipario del teatro comunale si aprirà su “Dieci storie proprio così”, spettacolo nato da un’idea di Giulia Minoli, con la regia di Emanuela Giordano, e proposto dall’Assessorato alla Cultura nell’ambito della programmazione per i mesi tra marzo e luglio.
L’Assessore al ramo Antonella Di Muro, tramite lettera inviata ai dirigenti scolastici, ha invitato alla rappresentazione gli studenti degli Istituti superiori perché è soprattutto alle giovani generazioni che è rivolta l’opera-dibattito sulla legalità: “Dieci storie proprio così” racconta di vittime conosciute e sconosciute della criminalità organizzata, di episodi di impegno civile e riscatto sociale, di responsabilità individuali e collettive, connivenze istituzionali, taciti consensi. Un’occasione importante per i ragazzi che hanno partecipato numerosi lo scorso 21 marzo alla Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, dimostrando consapevolezza e sensibilità sui temi della lotta alla criminalità organizzata e della legalità.
Le dieci storie della messa in scena sono storie di gente comune e di personalità pubbliche che attraverso i loro gesti e le loro azioni concrete hanno restituito senso e pienezza al concetto di legalità. Sono storie di vite spezzate, di dolore e di riscatto, ma soprattutto di coraggio e di passione civile, quella passione che nonostante le connivenze e l’omertà dilagante ha risvegliato le coscienze collettive e regalato un’eredità preziosa per le nuove generazioni. “Dieci storie proprio così” racconta la caparbietà delle associazioni di ragazzi attive sul territorio, la tenacia dei parenti delle vittime, l’impegno di tutti i cittadini che fanno della memoria un diritto inalienabile.
Sul palco Daria D’Aloia, Vincenzo D’Amato, Tania Garribba, Valentina Minzoni, Salvatore Presutto, Diego Valentino Venditti, Alessio Vassallo, accompagnati alla chitarra da Tommaso Di Giulio e dalla batteria di Paolo Volpini.
«Lo spettacolo – raccontano le autrici Giulia Minoli ed Emanuela Giordano – è una ragionata provocazione contro quella rete mafiosa, trasversale e onnipresente, che vorrebbe sconfitta la coscienza collettiva, la capacità di capire e reagire. Mentre scriviamo questi appunti continuiamo a raccogliere testimonianze, domande e riflessioni che riguardano non solo l’operato altrui, ma anche la nostra responsabilità individuale, il riscatto che necessariamente dobbiamo compiere perché diritti e doveri siano uguali per tutti davvero. Il teatro non lancia messaggi, si accontenta di offrire stimoli e questo noi cerchiamo di fare, con grande convinzione, pensando soprattutto ai ragazzi. E proprio ai ragazzi ci rivolgiamo con un lavoro che realizziamo nelle scuole di tutta Italia perché lo spettacolo non sia solo un evento, ma una parte di un percorso di avvicinamento a temi fondamentali per la loro crescita».
Parte integrante del progetto “Il palcoscenico della legalità” (progetto sperimentale di collaborazione tra teatri, istituti penitenziari, scuole e società civile), “Dieci storie proprio così” nasce nel 2011 come opera-dibattito sulla legalità con riferimento specifico alla camorra e a Cosa Nostra. Nel 2017 si arricchisce di altre storie con una nuova versione drammaturgica che prevede un ulteriore approfondimento su Mafia Capitale e sui legami tra ‘ndrangheta calabrese e Lombardia. Ha debuttato al Piccolo di Milano per approdare poi al Teatro Argentina e proseguire facendo tappa al Teatro San Ferdinando di Napoli e al Teatro Gobetti di Torino in una rete di collaborazione tra Teatri Nazionali. E’ vincitore del premio Anima 2016, categoria teatro.