Dopo le proteste di alcuni genitori riguardo le crepe sui muri della facciata d’ingresso della scuola di Via Po, la dirigente scolastica del Settimo Circolo torna sull’argomento, confutando ogni tipo di accusa. Già alcuni giorni fa, infatti, era stata data una smentita che ribadiva la sicurezza dell’edificio e la non pericolosità per gli studenti. Ora si cerca di approfondire ulteriormente la questione. Sembrerebbe che nessuno, tra coloro che hanno parlato di allarmismo tra i genitori, si sia presentato di persona in segreteria per chiedere spiegazioni o interessarsi sinceramente all’accaduto, cosa che ha acceso nel personale scolastico il sospetto che si trattasse di un altro tipo di interesse, visto l’attuale periodo di campagna elettorale. La preside Maria Cristina Martin ha nuovamente chiarito che l’oggetto della questione non era una crepa vera e propria, ma una rottura dell’intonaco situata sul giunto sismico del muro. Ad ogni modo, per togliere ogni tipo di dubbio, la scuola ha fatto subito richiesta al Comune che ha provveduto a ripassare l’intonaco sulla facciata d’ingresso, che ora appare di nuovo rivestita. Oltre alla smentita sul web, la dirigente scolastica si è preoccupata di telefonare singolarmente ad alcuni genitori per tranquillizzarli riguardo la sicurezza della struttura, la quale risulta essere una dei pochi edifici scolastici di Latina ad avere il collaudo antisismico, con tutti i necessari controlli già effettuati.
“Da un punto di vista reale la nostra scuola non solo non ha danni strutturali, ma ha anche una serie di opzioni che altre scuole non hanno. Stiamo facendo di tutto – ha affermato la preside – per far vivere ai bambini una situazione agiata, in una scuola che purtroppo vive di antichi stereotipi”. In passato, infatti, la scuola di via Po è stata ghettizzata e ritenuta un ambiente non all’altezza della crescita personale degli studenti che frequentavano le lezioni a tempo pieno. Gli ambienti spettrali che le persone ricordano nella scuola, adesso non ci sono più. “Sono stati stanziati dei soldi per realizzare una serie di spazi da utilizzare come punti di riferimento per la comunità. L’idea è quella di rendere la scuola soggetto promotore di cultura per il quartiere, e vedere che un progetto ad ampio respiro deve venire banalizzato e distrutto per una crepa inesistente è un po’ fastidioso”.
Adesso, quindi, le cose sembrano cambiate. Oltre al rinnovamento dell’aspetto interno della struttura, la scuola sta investendo molto sulle nuove tecniche digitali che consentono una didattica innovativa, grazie anche all’utilizzo del wi-fi in classe e dei registri elettronici. Inoltre ogni aula ha la sua Lim (lavagna interattiva multimediale), strumento all’avanguardia che permette ai docenti di scrivere, allegare immagini, visualizzare testi e riprodurre video.
Anche secondo la responsabile della scuola media di via Po, Lina Buono, nel territorio c’è la necessità e la richiesta di una scuola che svolga un ruolo più presente nella vita degli studenti, oltre ad occupare il tempo scolastico. “Questa scuola paga la sua memoria storica perché le persone si ricordano di quando c’era il tempo pieno che funzionava diversamente. La scuola non svolge più solo il programma dalla A alla Z, ma deve essere attenta e rapida a capire come evolvono le esigenze dei ragazzi”. Diverse sono le attività messe a disposizione degli alunni e già in corso nel plesso, come il corso di informatica, il laboratorio creativo e quello di astronomia, il coro e il progetto teatro che si svolgono durante il pomeriggio.
Numerosi spazi all’interno della struttura di via Po sono in fase di rinnovamento proprio per dare una vasta offerta agli studenti che vivono la scuola tutti i giorni. Il laboratorio di arte, ad esempio, è stato risistemato e pensato per organizzare attività anche extrascolastiche, che possano diventare un punto di ritrovo per gli abitanti del quartiere. Altre aule sono state attrezzate per i ragazzi con problemi e coloro che seguono percorsi alternativi all’insegnamento della religione.
La scuola sta partecipando a diversi progetti, alcuni dei quali in via di finanziamento dal Comune. Tra questi il concorso relativo allo Sviluppo degli ambienti digitali per il quale si sta pensando di rinnovare il vecchio laboratorio di arte che verrà utilizzato come uno spazio per la didattica informale, con tappeti e cuscini a terra e pareti colorate, un ambiente in cui gli studenti potranno seguire le lezioni senza formalizzarsi con i classici banchi di scuola.
Come in tutte le scuole, vi sono spazi che sono in attesa di essere risistemati, come ad esempio la palestra nella quale dovrà essere montata una rete di pallavolo o la riparazione di porte e finestre di alcune aule che con il tempo cominciano a rovinarsi, ma le potenzialità della struttura, unitamente al lavoro dei docenti e del personale scolastico, sembrano essere elementi portanti di un rinnovamento progressivo di una scuola che intende riscattarsi al meglio e guadagnare un ruolo centrale nella vita dei ragazzi e dei loro genitori.