“Credo che sia doveroso esprimere, da parte dell’amministrazione, la propria vicinanza e disponibilità nei confronti di una delle eccellenze presenti sul nostro territorio; un vero ‘museo della memoria popolare’ verso il quale abbiamo l’obbligo morale di creare percorsi di valorizzazione ed un dialogo costante con i responsabili della struttura ed i suoi operatori”. Matteo Coluzzi, giovane consigliere comunale di Latina, capogruppo della Lista Forte, coglie l’occasione della recente sentenza del Tribunale di Roma che dispone la restituzione allo Stato del carro armato anfibo Sherman DD attualmente custodito nel Museo di Piana delle Orme, per suggerire all’amministrazione comunale di sostenere in ogni forma possibile la realtà museale alle porte del capoluogo, “maggior attrattore turistico sul territorio che registra flussi pari a migliaia di visitatori provenienti da ogni parte del mondo, riconosciuto a livello mondiale e massima espressione in Europa quale contenitore di testimonianze materiali ed immateriali legate alla vita quotidiana delle nostre campagne durante la Bonifica Integrale, oltre che di mezzi che sono comparsi per la prima volta durante il periodo bellico”. Un fiore all’occhiello da tutelare e da prendere esempio “dalle buone pratiche di una realtà fruibile tutto l’anno che offre percorsi differenziati e laboratori didattici per le scuole di ogni ordine e grado”.
“Apprendo tristemente della vicenda del carro armato anfibio Sherman – afferma Coluzzi -.Tra il 5 e il 20 luglio del 1944, nelle acque del Golfo di Salerno, affondò durante un’esercitazione. Rimasto sott’acqua per 58 anni, dopo tanti tentativi di recupero andati a vuoto, il fondatore del museo pontino Enzo De Pasquale riuscì nell’impresa e restaurò il carro armato investendo oltre 300 mila euro, facendo di quello Sherman (uno dei tre esistenti al mondo) uno dei pezzi più prestigiosi della sua esposizione. Nei giorni scorsi la seconda sezione civile del Tribunale ordinario di Roma ha definito il carro armato ‘bene di sopravvenuta culturalità’ che non poteva essere ‘privatizzato’ e pertanto ne dispone la restituzione allo Stato. Dal comunicato della realtà museale di Borgo Faiti si evince che “nessuno nega la proprietà del bene al patrimonio culturale italiano, ma sottrarlo all’istituzione museale che non solo lo ha recuperato, ma restaurato, riqualificato e valorizzato custodendolo dal 2002 significa depauperare il suo valore storico-culturale che invece il museo, da subito, ha intuito e valorizzato’”. Ecco perché per Coluzzi è doveroso esprimere da parte dell’amministrazione la propria vicinanza e disponibilità nei confronti del Museo di Piana delle Orme.
“Più che di un museo – continua il consigliere – si tratta di un insieme di musei legati dal filo di un racconto che verte sulla storia del Novecento. Elemento che dovrebbe far parte senza dubbio del ‘Museo Diffuso’ della Città di Latina di cui ormai da tempo auspico la realizzazione, essendo già stati avviati progetti virtuosi (sui quali vi sono somme già impegnate in bilancio) in attesa di attuazione. Parliamo di quella storia che dovremmo rendere ancor più nota, rendendo consapevole l’intera comunità dell’importanza della riscoperta di un’identità che affonda le sue radici in questo territorio”.
Relativamente a quello che sarà il futuro dello Sherman,nel rispetto dell’autorità giudiziaria, il Museo ha deciso di ricorrere in appello. ”Non si vuole alimentare uno sterile scontro tra pubblico e privato che non giova a nessuno, tanto meno alla valorizzazione storico-culturale di un reperto” affermano i responsabili del Museo. “Personalmente aggiungerei – conclude Coluzzi – che il preservare le bellezze ed i reperti di valore storico-sociale presenti sul territorio dovrebbe essere la linea guida per implementare una rete culturale (fatta di realtà pubbliche e private) in grado di rilanciare in modo concreto l’attrattività della Città di Latina”.