Il sindaco di Latina Damiano Coletta e il presidente del Consiglio comunale Massimiliano Colazingari sono stati ricevuti dal Prefetto Maria Rosa Trio.
L’incontro, svolto ieri pomeriggio in un clima di estrema cordialità – fanno sapere dal Comune – ha riguardato la vicenda dell’atto integrativo presentato dai consiglieri di opposizione per discutere, nel Consiglio comunale del 2 luglio scorso, l’incarico di direttore generale ricoperto da Rosa Iovinella. Atto che è stato respinto dal Presidente Colazingari.
“L’Amministrazione ha prodotto, sul caso, una nota integrativa ed esplicativa che è stata consegnata in Prefettura e inviata al Ministero dell’Interno presso il quale il Prefetto Trio ha richiesto un parere”, dicono da palazzo.
“Nel documento vengono argomentate in maniera ancora più esauriente le motivazioni addotte dal presidente Colazingari – si legge in una nota stampa proveniente dall’ente di piazza del Popolo – nel respingere la richiesta avanzata dai consiglieri di opposizione. In sostanza viene ribadito che il diniego era un atto formalmente corretto e necessario poiché il Consiglio non poteva discutere e votare una materia che è invece di stretta competenza del sindaco e della Giunta comunale”.
L’incontro con il Prefetto segue di poche ore quello tenuto con i consiglieri di opposizione sullo stesso argomento (leggi qui).
Legittimo da parte di Colazingari presentarsi al palazzo del Governo per spiegare le sue ragioni. Ma Coletta in questa storia cosa c’entra. E’ l’avvocato di Colazingari? Colazingari cerca riparo sotto le ali del sindaco? Sono stati convocati entrambi, congiuntamente, dal Prefetto?
La difesa del sindaco, o anche la sola presenza di sostegno a Colazingari, non fa altro che irrobustire le ragioni dell’opposizione: “Colazingari non è super partes ma è garante della sola maggioranza”. E anche il passaggio nel quale si spiega che l’amministrazione ha prodotto una nota integrativa presentata al Prefetto lascia dubbi sull’indipendenza e l’autonomia del presidente del Consiglio comunale di Latina. Perché è l’amministrazione – e poi chi, il sindaco, la giunta,il segretario generale? – a dover spiegare le ragioni del presidente dell’assise civica? la presidenza del Consiglio comunale non è in grado?
La mozione negata, che ha scatenato questo putiferio istituzionale, riguarda come è noto la segretaria generale Iovinella. L’opposizione chiedeva che fosse messa ai voti dell’assise civica una mozione che impegnava sindaco e giunta a separare l’incarico di segretario generale da quello di direttore generale visto che “un’unica figura, che non riesce a far fronte ai notevolissimi impegni richiesti”. In poche parole l’opposizione chiedeva al sindaco di nominare altra figura di sua fiducia per il ruolo di direttore generale.
La censura di Colazingari, che ha negato l’inserimento della mozione al punto all’ordine del giorno dell’assise del 2 luglio scorso, si è basata sul fatto che la nomina del direttore generale compete al sindaco e alla giunta. “Ma mica abbiamo dato indicazioni per un incarico”, la replica dell’opposizione, “abbiamo solo detto di separare i due ruoli”. Ma al di là della ragione o del torto dell’opposizione non si capisce perché una mozione contro le bombe sullo Yemen, o contro la chiusura di Radio Radicale o ancora contro il decreto Pillon, che non sono di competenza né dei consiglieri né del sindaco né della giunta possano essere discusse in aula e la mozione anti Iovinella, che riguarda il Comune di Latina, no.
Che il sindaco sia fortemente condizionato dalla segretaria generale è opinione ormai diffusa in città. L’opposizione lo dice da tempo, gli ex Lbc passati dall’altra parte delle barricate c’hanno messo il carico da novanta. Ma chi comanda cosa teme? Se il sindaco, la giunta e la maggioranza non hanno nulla da obiettare sulla segretaria Iovinella e non vedono la necessità di toglierle l’incarico di direttore perché non far discute la mozione per poi bocciarla? In fondo Lbc ha i numeri anche per salvare Rosa Iovinella. O no?