La sentenza era attesa da tempo nel settore delle onoranze funebri di Latina i cui imprenditori avevano dichiarato guerra alla società Ipogeo e al Comune per la convenzione stipulata nel 2009 che, nell’ambito della gestione cimiteriale, prevedeva l’attribuzione alla concessionaria dei diritti di esclusiva nella posa di arredi funebri per l’area cimiteriale di Latina “in violazione della normativa antitrust”. Una violazione già segnalata dall’Autorità garante e pienamente riconosciuta dalla Corte d’Appello di Roma, con propria sentenza data 29 settembre 2011, e che adesso trova conferma nel pronunciamento della prima sezione civile della Cassazione, presieduta da Vittorio Ragonesi, le cui motivazioni (giudice relatore Giacinto Bisogni) sono state depositate il 10 maggio scorso.
Alla Suprema corte di Cassazione si era rivolta la società Ipogeo, impugnando il pronunciamento della Corte d’Appello con una serie di motivazioni che sono state tutte respinte, con piena soddisfazione delle agenzie Ifal srl, Ifal service srl, Onoranze funebri La Riviera srl, Sant’Ambrogio srl, Tovalieri srl e Franzini sas, che ora si attendono un repentino cambio di passo da parte dell’amministrazione comunale.
I titolari delle agenzie funebri di Latina si erano rivolti alla giustizia civile, trovandone accoglimento, poiché “la fornitura e posa in opera di arredi votivi e funerari costituiscono attività di natura commerciale e imprenditoriale non rientranti fra quelle riservate alla pubblica amministrazione e incompatibili con la gestione dei servizi cimiteriali istituzionali”. La Corte distrettuale aveva infatti affermato che “l’attribuzione in via esclusiva dell’attività di posa in opera e fornitura di arredi funerari al soggetto affidatario del servizio cimiteriale costituisce violazione dei principi in materia di libera concorrenza”. E aveva quindi dichiarato “la nullità della convenzione stipulata in data 11 marzo 2009 fra il Comune di Latina e Ipogeo srl nella parte in cui attribuisce a quest’ultima il diritto di esclusiva nella posa e fornitura di arredi funerari nell’area cimiteriale di Latina”, ovvero gli articoli 4 (lettera d) e 6 (comma 1 lettera e).
A nulla sono valse le obiezioni di Ipogeo che aveva contestato la violazione delle norme sulla concorrenza, come stabilito dalla Corte d’Appello, “in quanto l’affidamento dell’esclusiva era prevista nel bando, in regime di project financing, ed aveva lo scopo di riqualificare il cimitero urbano, di realizzare una gestione complessiva e integrata di tutti i servizi, di generare i flussi di cassa in favore dell’impresa affidataria di tutti i servizi cimiteriali con proprie risorse”. La società ricorrente, appunto la Ipogeo, non riteneva vincolanti “le conclusioni dell’Autorità garante circa l’iscrivibilità dell’attività di arredo funerario nell’ambito della libera iniziativa economica attesa la complessità nella specie della concessione”. Un’interpretazione sbagliata per la Cassazione così come quella per il rilievo mosso in base al quale la Corte di appello avrebbe “ingiustamente decontestualizzato la tutela della concorrenza dalla procedura di project financing adottata dalla Amministrazione in conformità alla normativa nazionale e comunitaria sulla concorrenza e sugli appalti”. Rilievi rispediti al mittente.
La Cassazione ha ritenuto corretta la valutazione circa l’illegittimità della contemporanea attribuzione allo stesso soggetto del servizio pubblico di gestione dei servizi cimiteriali e della esclusiva dell’attività di onoranze funebri e di fornitura marmorea e lapidea sia interna che esterna al cimitero. Il pronunciamento della Corte d’appello, anche alla luce della giurisprudenza del Consiglio di Stato (sentenza numero 6620/2002) e delle indicazioni dell’Autorità Garante in materia di concorrenza e mercato, è stato ritenuto impeccabile dalla Cassazione che ha quindi rigettato il ricorso di Ipogeo. In base a questa sentenza ora, inappellabile, la posa delle lapidi e degli arredi funerari all’interno del cimitero di Latina dovrebbe essere lasciato al libero mercato.
La sentenza della Cassazione rimette il dito nella piaga del cimitero del capoluogo pontino che, nonostante le clausole – dichiarate nulle – del tutto a favore del gestore ha generato un contenzioso oneroso a carico del Comune per via di un progetto di ampliamento rimasto impantanato mentre non trova soluzione la questione delle estumulazioni che risolverebbero non poco il problema della carenza di loculi. La scorsa settimana, la maggioranza di Latina Bene Comune ha bocciato la proposta di istituire una commissione speciale ad hoc per l’esame di tutte le problematiche relative al cimitero relegando altre sedi anche l’iter per la definizione del nuovo regolamento di Polizia mortuaria, già abbozzato dal 2013.