Già posto sotto accusa dal Ministero della Salute con circolare del 22 dicembre scorso, il pane nero ottenuto con l’ l’additivo colorante – carbone vegetale (E153) – è finito nel mirino dei forestali del Comando provinciale di Latina. Sequestrate nel capoluogo pontino diverse confezioni di farina riportanti in etichetta simboli e diciture in violazione alla normativa vigente.
Sequestrati sacchetti di farina con additivo colorante per pane e pizza
Gli agenti del Nucleo agroalimentare hanno scovato sugli scaffali di tre supermercati di Latina sacchetti di farina riportanti in etichetta indicazioni sull’utilizzo della farina per prodotti come “pane, pizza, pasta, dolci”, in contrasto con quanto indicato dalla legge. La norma prescrive, in proposito, che “l’additivo colorante – carbone vegetale (E153)”, non possa essere addizionato a determinati alimenti come, nello specifico, farina e altri “prodotti della macinazioni e umidi”, ma il suo utilizzo è consentito solo ed esclusivamente nei “prodotti da forni fini” come cornetti, grissini e fette biscottate.
Quelle presunte proprietà medicamentose
Sulle confezioni, inoltre, erano riportate indicazioni su presunte proprietà medicamentose, non previste per la tipologia di prodotto e, quindi, in grado di indurre in errore gli acquirenti, circa la natura e le proprietà della sostanza. La circolare del Ministero della Salute , a tal proposito, ha precisato che l’indicazione secondo cui il carbone attivo contribuisce alla riduzione dell’eccessiva flatulenza post-prandiale può essere utilizzata solo nel caso di alimenti che contengano un grammo di carbone attivo per porzione quantificata e che deve essere accompagnata dall’informazione che l’effetto benefico si ottiene con l’assunzione di 1 grammo almeno 30 minuti prima del pasto e di un grammo subito dopo il pasto. Come a dire che il carbone vegetale fa bene solo se assunto con una posologia ben definita.
Il sequestro e il ritiro del prodotto
Il prodotto è stato posto sotto sequestro con contestuale segnalazione all’autorità giudiziaria del responsabile dell’azienda produttrice, una ditta locale, che ha contestualmente provveduto a ritirare tutte le confezioni di farina già distribuite nei negozi e supermercati dell’intera provincia.