L’inchiesta è chiusa da mesi ormai ma di fronte al fatto nuovo la Procura non lascia i remi in barca. Il Pm Gregorio Capasso, titolare delle indagini sull’urbanistica malata dell’accesso nord della città di Latina, ha delegato il Nucleo investigativo della Forestale per l’acquisizione dell’ultimo atto prodotto dal Comune. Si tratta della delibera del commissario straordinario Giacomo Barbato, assunta con i poteri della giunta, che sospende la variante al Piano particolareggiato di Borgo Piave, strumento quest’ultimo che avrebbe consentito alla società riconducibile a Vincenzo Malvaso, quando ricopriva la carica di consigliere comunale della maggioranza di Giovanni Di Giorgi, di realizzare volumetrie ritenute illegittime. Questa mattina gli agenti del Nipaf hanno bussato alla porta di Pasquale Incarnato, dirigente del Servizio Affari Istituzionali del Comune di Latina, per l’acquisizione della delibera di Barbato numero 59 del 26 febbraio 2016 nella quale si evidenzia, tra le tante cose, il vizio madre dell’abuso edilizio già contestato dalla Procura, ovvero l’illegittimità della variante approvata con due atti della giunta Di Giorgi che in quanto difforme al vigente Piano regolatore presupponeva invece il passaggio in Consiglio comunale. La ciliegina sulla torta di un’inchiesta complessa e che ha sconquassato il palazzo comunale aprendo uno squarcio sull’urbanistica allegra del capoluogo pontino. Si ricorda che, con le stesse motivazioni il commissario straordinario ha sospeso altri cinque piani particolareggiati. La delibera 59 potrebbe essere utilizzata in un futuro dibattimento, atteso che le richieste di rinvio a giudizio sono state già formulate. Sul piano amministrativo, salvo eventuali ricorsi in sede di giustizia amministrativa, la stessa delibera potrebbe comportare la revoca dei permessi a costruire rilasciati per il maxi complesso immobiliare realizzato dalla società di Malvaso e finito sotto sequestro a gennaio 2015.