Altro che mancate garanzie per l’obiettivo della differenziata al 65%. Il bando per la gestione del servizio rifiuti di Latina, congelato dall’amministrazione comunale guidata da Damiano Coletta con la sospensione dell’apertura delle buste e la richiesta di un parere all’Autorità nazionale anticorruzione, sarebbe a rischio di infiltrazioni e illegalità e a rischio di irregolarità tali da porre l’ente sul terreno scivoloso di contenziosi.
La novità emerge da un’interrogazione presentata dai consiglieri del Partito democratico, Enrico Forte, Nicoletta Zuliani e Massimiliano Carnevale sulla base della nota, protocollo 107205 del 4 agosto 2016, con la quale il sindaco ha chiesto alla dottoressa Emanuela Pacifico, del Servizio Gare e Contratti, del Servizio Ambiente, Igiene e Sanità, di sospendere il bando con improcrastinabile urgenza per l’affidamento del servizio rifiuti del Comune.
I consiglieri di opposizione rilevano che nella nota del sindaco si fa riferimento al fatto che “da più parti sono state sollevate osservazioni sulla correttezza del bando stesso, come noto relativo ad un settore dell’attività amministrativa particolarmente attenzionato circa il rischio di infiltrazioni e illegalità” e che “è precipuo compito dell’Amministrazione procedere all’esclusione di qualunque rischio che minando la correttezza formale e sostanziale del risultato della gara possa esporre l’Ente a responsabilità e contenziosi”. Affermazioni che per i sottoscrittori della mozione necessitano degli urgenti chiarimenti. I consiglieri chiedono di conoscere “da chi e su quali punti sono state sollevate osservazioni sulla correttezza del bando, se si è a conoscenza, come riportato nella nota citata, di infiltrazioni malavitose e dove si ravvedono responsabilità e contenziosi per l’Ente”.
L’assessore all’ambiente Roberto Lessio ha sempre sostenuto di voler revocare il bando in primis perché insufficiente a garantire un servizio di raccolta differenziata per il raggiungimento minimo obbligatorio del 65% e in secondo luogo poiché l’eccezione sollevata da alcuni privati interessati alla gara sarebbe stato da condividere laddove si ravvisavano una carenza di garanzie di libera concorrenza. Tuttavia la soluzione da lui proposta, quella di una gestione in house, ritenuta l’unica in grado di facilitare l’obiettivo della differenziata, azzerava del tutto la partecipazione di soggetti economici privati tanto da stizzire anche Unindustria.
Dopo la sospensione dell’apertura delle buste delle offerte, presentate da due Ati, una con partecipazione della Sangalli e l’altra con la partecipazione della De Vizia, dopo la richiesta di parere all’Anac sulla legittimità del bando, della futura gestione del servizio di igiene urbana in Comune sembra calato il silenzio. Il sindaco nel suo report settimanale, raccolto in un video-messaggio, ha sostenuto che la città ora appare più pulita grazie ad una maggiore presa di responsabilità del personale della Latina Ambiente e dei cittadini più rispettosi delle regole del conferimento. Nessuna parola sul nodo del bando, né sull’opzione in house “gelata” dal decreto Madia.
Oggi l’iniziativa dei consiglieri del Pd, con atto indirizzato al presidente dell’assise Olivier Tassi.