Le investigazioni della Squadra Mobile di Latina, diretta dal vice questore aggiunto Carmine Mosca, hanno portato oggi all’arresto di quattro campani ritenuti i complici di Domenico Bardi, l’uomo rimasto ucciso il 15 ottobre scorso nel capoluogo pontino dai colpi di pistola esplosi dall’avvocato Francesco Palumbo, 47 anni, intervenuto in via Palermo, presso l’abitazione del padre, a seguito dell’attivazione del dispositivo antifurto.
In carcere sono finiti: Giuseppe Rizzo, 49 anni, Salvatore Quindici, 43 anni, Mariarosaria Autore, 56 anni, e Antonio Bellobuono, 34 anni, tutti di Napoli, come Bardi, residenti nel quartiere Soccavo del rione Traiano, in contiguità per legami familiari alla criminalità organizzata di stampo camorristico ma mai coinvolti in inchieste con l’aggravante associativa. Il reato loro contestato, per i fatti di Latina, è di rapina impropria. Ora si trovano nel carcere partenopeo in forza di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Latina Maria Laura Campoli su richiesta del sostituto procuratore Simona Gentine che ha coordinato gli inquirenti pontini impegnati per questo caso su due fronti: il furto e l’uccisione del 41enne Bardi. Le notifiche del provvedimento sono state eseguite oggi dagli agenti della Squadra Mobile di Latina in collaborazione con i colleghi della Squadra Mobile di Napoli. Gli arrestati si trovano nel carcere di Napoli e saranno presto ascoltati dai magistrati pontini.
I dettagli dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella sala riunioni della Questura di Latina, alla presenza del questore Carmine Belfiore. Il capo della Mobile Mosca, in apertura della conferenza stampa alla quale ha preso parte anche il vice dirigente Roberto Graziosi, ha voluto ringraziare sia il Pm Gentile che il Gip Campoli per la professionalità, la vicinanza e la rapidità d’intervento in risposta a questo complesso delitto.
Risolutive ai fini delle indagini relative all’individuazione dei presunti ladri sono state le tecniche utilizzate, in particolare l’analisi di prossimità del traffico telefonico che consente di stabilire la vicinanza dei cellulari che agganciano ripetitori di gestori diversi.
Il punto di partenza per gli uomini della Squadra Mobile sono stati gli oggetti ritrovati nelle tasche degli indumenti di Bardi rinvenuto cadavere nel giardino di via Palermo, due telefoni cellulari – con un’ utenza a lui intestata e l’altra intestata a un prestanome -, oltre a un orologio e altri oggetti d’oro appartenenti alla famiglia derubata, e una tessera sanitaria e una postepay trovate a terra nelle pertinenze dell’abitazione svaligiata, entrambe intestate ad una donna di Napoli. Ebbene dai telefoni di Bardi, gli investigatori hanno potuto ricostruire i suoi contatti ed in particolare quelli avuti attraverso l’utenza intestata al prestanome. In rubrica solo quattro numeri di telefono identificati con Alì, Peppe, Sasà e Mery che gli inquirenti assoceranno rispettivamente a Bellobuono, Rizzo, Quindici e Autore che a loro volta si sarebbero avvalsi di altre utenze intestate ad altri prestanomi. Seguendo il traffico telefonico i cinque, Bardi e i quattro arrestati, partono da Napoli nella tarda mattina di sabato 14 ottobre e arrivano a Latina, verosimilmente per effettuare un sopralluogo che durerà fino a sera per poi spostarsi a Terracina dove trascorreranno la notte in un albergo. Torneranno a Latina il 15 ottobre e tra le 16 e 20 e le 16. 40 i telefoni saranno particolarmente attivi.
Gli inquirenti hanno ricostruito la dinamica dei fatti in via Palermo in questo modo. La prima ad entrare in scena sarebbe stata la donna, Mariarosaria Autore, che vestita elegantemente citofona per assicurarsi che nell’abitazione della famiglia Palumbo non vi fosse nessuno. Sarebbe stata lei a dare il via libera ai componenti del gruppo. Antonio Bellobuono si sarebbe posizionato all’esterno della proprietà a fare da palo, Giuseppe Rizzo la “sentinella” nel giardino, mentre Domenico Bardi e Salvatore Quindici si sarebbero introdotti nell’abitazione attraverso la finestra della camera da letto, utilizzando una scala di legno. Quando arriva l’avvocato Palumbo, allertato dal messaggio lanciato dal dispositivo antifurto, sarebbe stato riconosciuto da Bellobuono che avvisa gli altri col telefono cellulare. A questo punto la ricostruzione degli inquirenti si basa sulla testimonianza dell’avvocato che entrando nel giardino si sarebbe imbattuto con Rizzo il quale, armato, gli avrebbe detto di andare via, mentre i due entrati nell’appartamento sarebbero scesi di corsa per la scala affiancando Rizzo. Quindici in particolare sarebbe intervenuto nella discussione in atto tra Rizzo e l’avvocato. Quando l’avvocato spara colpisce a morte Bardi. Questa mattina al momento degli arresti Quindici avrebbe dichiarato di essere stato ferito ad un braccio. Restando al momento del delitto, dopo gli spari, Bellobuono, Autore e Rizzo prendono la direzione di Valmontone, mentre Quindici si dirige verso Sud percorrendo via Monti Lepini.
Attraverso la Postepay gli inquirenti acquisiscono altri elementi importanti. Viene utilizzata per l’acquisto di una ricarica telefonica effettuata al tabacchi di Borgo Piave. Attraverso le telecamere di video sorveglianza si acquisiscono le prime immagini del gruppo e delle auto da loro utilizzate, una Fiat Panda blu che risulterà essere stata presa a noleggio a Napoli e una vecchia Suzuky Ignis di colore grigio.
Questa mattina, nel corso delle perquisizioni effettuate in concomitanza con l’esecuzione degli arresti, a casa di Quindici sono stati rinvenuti 3.500 euro in contanti e un Rolex. Le indagini a carico del gruppo non sono ancora finite. Da capire se oltre alla rapina impropria di via Palermo siano da ricondurre agli arrestati altri colpi eventualmente messi a segno in quelle ore della loro permanenza a Latina. Per quanto riguarda la posizione dell’avvocato per l’uccisione di Bardi, la Squadra Mobile ha precisato che le indagini sono al vaglio della magistratura.
Video-intervista al dirigente e al vice dirigente della Squadra Mobile di Latina
Le foto della conferenza stampa