“Abbiamo appreso nei giorni scorsi della firma di un protocollo d’intesa tra Acqualatina e Ater di Latina, con il quale il gestore idrico provvederà in intesa con l’azienda a staccare i contatori dell’acqua delle famiglie che occupano – a detta dell’agenzia regionale – gli alloggi popolari senza avere alcun titolo per farlo – interviene così il portavoce della Federazione di Latina del Partito della Rifondazione Comunista su un tema che riguarda l’emergenza abitativa che affligge la città di Latina e che sta alimentando una serie di gravi effetti a catena su tutto il tessuto sociale ed economico locale – L’obiettivo di entrambe – prosegue la nota – è la tutela della legalità nella Provincia di Latina, tant’è che nel comunicato stampa – pubblicato sul sito dell’Ater di Latina – è chiaramente scritto che chi occupa senza titolo, al di là delle azioni legali da intraprendere, non potrà più essere titolare di contratti di fornitura delle utenze domestiche (quindi non solo dell’acqua). E’ di fatto l’applicazione del dl n. 47 del 28 marzo 2014, poi convertito in legge il 20 maggio 2014, noto anche come decreto Lupi, dal cognome dell’ex Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, poi dimessosi a seguito dello scandalo Grandi opere, esso prevede il divieto di allaccio ad acqua, luce o gas per chi occupa abusivamente un’abitazione e l’esclusione – per cinque anni – dalle gare di assegnazione per chi occupa una casa pubblica in modo abusivo”.
Si affronta il problema abitativo con la repressione
“E’ senza giri di parole la conferma della chiara volontà della regione Lazio, che nomina i vertici dell’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica della provincia di Latina, di affrontare la drammatica questione dell’emergenza abitativa con l’arma della repressione. Una vera e propria carognata di cui faranno le spese peggiori le fasce più deboli della popolazione, con tanto di bambini e anziani inclusi nello stato di famiglia”.
Una decisione che non può lasciare indifferenti
“A nostro avviso tagliare luce, acqua e gas a chi procura un tetto ai propri cari, anche occupando una casa vuota, è un fatto di una gravità inaudita, che non può lasciare indifferenti chi ha a cuore i problemi delle fasce più deboli della società – prosegue la nota – La prossima mossa sarà probabilmente la negazione del diritto alla residenza, cancellando così, d’un colpo, il diritto di queste persone ad usufruire dei servizi sociali, della sanità e, per le decine di minori presenti nell’occupazione, la possibilità di frequentare la scuola”.
Una guerra tra poveri
“Far passare per pericolosissimi delinquenti chi occupa per necessità gli alloggi popolari è l’ennesimo tentativo di scatenare una guerra tra poveri – quando invece la soluzione è una sola: la realizzazione di alloggi in un numero sufficiente a superare l’emergenza abitativa che nella nostra provincia – devastata da una crisi economica sempre più feroce – è sempre più grave. Ed invece no la politica ancora una volta decide di intervenire con il manganello, colpendo nel mucchio, sottraendosi alle proprie responsabilità che sono chiare. E lo fa con la complicità di Acqualatina, che in quanto a provvedimenti vessatori è maestra”.
L’acqua è un bene pubblico
“D’altronde sono passati circa cinque anni dai Referendum del giugno 2011, con i quali i cittadini italiani si sono espressi per il ritorno dell’acqua al pubblico, e la società italo-francese continua a fare il bello e cattivo tempo nella nostra provincia. Acqualatina – ad esempio – continua nel procedere al distacco dei contatori e con la riduzione del flusso dell’acqua, senza aver prima intrapreso e vinto un regolare processo civile e senza ricorrere all’Ufficiale Giudiziario, ma lo fa consapevole dell’impunità di cui gode grazie al favore che riesce ad intercettare nei consigli dei comuni della nostra provincia. Non è evidentemente poca cosa che nel consiglio di amministrazione di Acqualatina abbiano preso posto negli anni i politici che vanno per la maggiore nella nostra provincia di Latina, con il risultato che tutti conosciamo. E’ ora di scrollarsi di dosso Acqualatina e di rimettere in riga l’Ater di Latina, perché ritorni ad essere al servizio delle fasce sociali più deboli e non contro di esse”.