Il programma è curiosamente eclettico, ma molto originale. La serata si apre con un brano di Johann Strauss jr., Frühlingsstimmen Walzer (Voci di Primavera) 0p.410, per soprano e ensemble di fiati che vede impegnata come voce solista il soprano coreano Hyo Soon Lee. Questa famosa pagina, conosciuta maggiormente nella sua versione orchestrale, fu scritta nell’inverno del 1882-83, quando Strauss fu invitato a comporre un valzer vocale per il celebre soprano austriaco Bianca Bianchi, il cui vero nome era Bertha Schwarz. Il valzer fu eseguito per la prima volta in questa meno conosciuta versione, che sarà eseguita a Latina, al Theater an der Wien nel marzo 1883 ad un concerto di beneficenza per la fondazione degli indigenti dell’Impero Austro-Ungarico fondata dall’imperatore Francesco Giuseppe e dall’imperatrice Elisabetta.
Completamente diversi lo stile e l’epoca del secondo brano in programma, la rara Suite per Orchestra Jazz n. 1 scritta da Shostakovich, autore che mostrò sempre un forte interesse per ogni tipo di musica, compresa la musica jazz, genere che era solito seguire anche assistendo a esibizioni concertistiche. Il suo intento era soprattutto quello di garantire un buon livello di questo genere musicale nel suo paese, soprattutto per il rischio di incontrollata contaminazione con la musica autoctona. Nel 1934 partecipò a una commissione sul jazz che aveva appunto il preciso scopo di portare il jazz sovietico da musica di piccolo consumo al rango di prestigio «professionale». Fu indetto un concorso a Leningrado e, per l’occasione, Shostakovich scrisse la Suite per orchestra jazz n. 1, che venne eseguita per la prima volta in pubblico il 24 marzo dello stesso anno. Riaffiora anche in questo brano il tema della danza, poiché la composizione è divisa in tre movimenti, ognuno dei quali è indicato proprio con il nome di un ballo: Valzer, Polka e Foxtrot.
Ancora alla contaminazione tra classica e jazz è dedicato il terzo brano del concerto, Saxstory per quartetto di sassofoni e orchestra di fiati del francese Jérôme Naulais, che vede impegnato il Quartetto di sassofoni Apeiron nato nel 2006 e formato da Dario Volante, Sax Soprano; Stefano Nanni, Sax Alto; Daniele Caporaso, Sax Tenore; Armando Noce, Sax Baritono. A proposito di questo brano e del suo autore, Pino Cangialosi ricorda: «Naulais, a lungo membro dell’Ensemble Intercontemporain diretta da Pierre Boulez e professore di trombone, è un musicista poliedrico. Ha composto e arrangiato molte colonne sonore per la televisione dopodiché si è dedicato alla composizione di musica da camera, orchestra di fiati e orchestra sinfonica. Saxstory è un pezzo riuscito che mette in risalto il virtuosismo dei solisti in continuo dialogo con un orchestra di fiati e percussioni dal tratto brillante ed evocativo».
In chiusura, con il romano Marco Marzocchi al pianoforte, è prevista la celeberrima Rapsodia in blue di Gershwin, ma nella versione originale per pianoforte e ensemble di fiati, che venne presentata il 12 febbraio del 1924 all’Aeolian Hall di New York. L’esecuzione – alla tastiera lo stesso Gershwin – fu un clamoroso successo: erano presenti alcuni grandi della musica del tempo, tra cui Fritz Kreisler, Igor Stravinsky, Sergej Rachmaninov e Leopold Stokowski.