Notizie di stampa diffuse nelle ultime settimane hanno riacceso le speranze sulla vicenda di padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita italiano rapito in Siria nel 2013, e il Comune di Latina si è subito attivato per un appello alla sua liberazione esponendo sulla facciata del palazzo municipale l’immagine del religioso.
Padre Paolo ha dedicato la sua vita al dialogo tra le religioni nel monastero Deir Mar Musa, creando una comunità di accoglienza, ascolto e preghiera. A Cori, nel monastero di San Salvatore, la comunità monastica di Al-Kahili (fondata in Siria proprio dal gesuita) continua la preghiera per il dialogo interreligioso e chiaramente per la sua liberazione. L’ultimo incontro pubblico di Padre Paolo, prima di ripartire per il Medio Oriente dove pochi mesi dopo fu rapito, è avvenuto proprio a Latina, invitato dall’associazione culturale MICROmacro e dalla Caritas Diocesana.
“La nostra città – recita una nota stampa del Comune – vuole fare sua la testimonianza di pace di Padre Paolo per costruire dialoghi tra culture e fedi differenti, perché Latina, fondata nella terra dell’accoglienza, sia coerente con la sua storia e continui ad accogliere e a creare luoghi di confronto e dialogo. Che venga liberato presto Padre Paolo Dall’Oglio”.