Ha dichiarato di vantare un credito di circa 13 milioni e mezzo di euro nei confronti del Comune di Latina, ma l’ente municipale non ha certificato il debito e oggi è stata dichiarata fallita. Parliamo della società Latina Ambiente, la mista del Comune del capoluogo pontino, nata per la gestione del servizio dei rifiuti solidi urbani, che in questi ultimi mesi aveva creduto nella sua proposta di concordato preventivo di continuità in alternativa all’istanza di fallimento presentata dalla Procura. E invece il piano concordatario non è stato ritenuto adeguato per fronteggiare la certezza dei debiti. Il Tribunale ha disposto l’esercizio provvisorio per due mesi e nominato i curatori. Il liquidatore Bernardino Quattrociocchi, le cui dimissioni ieri erano state respinte, questa sera si è recato in azienda al fine di agevolare la continuità del servizio: “Posso garantire che non ci saranno problemi, almeno da questo punto di vista”.
E sul fatto che il fallimento della Latina Ambiente, decretato oggi dal Tribunale di Latina, non dovrebbe compromettere la continuazione del servizio né le spettanze economiche che sono dovute alle maestranze, ne è convinto anche il sindaco di Latina: “Il servizio proseguirà senza soluzione di continuità”. Questa è la sostanza delle dichiarazioni rilasciate da Damiano Coletta: “Si tratta di un fallimento con esercizio provvisorio. In sostanza non cambierà nulla perché i lavoratori continueranno a svolgere un servizio che verrà regolarmente retribuito. I curatori fallimentari si sostituiranno alla figura del liquidatore. La questione riguarderà invece chi ha gestito in passato la Latina Ambiente, con tutte le conseguenze del caso. Nemmeno in merito al progetto della nuova società ‘in house’ dovrebbero esserci ricadute, perché la cosiddetta riforma ‘Madia madre’ (legge 124/2015) nelle settimane scorse è stata dichiarata illegittima in alcune parti importanti dalla Corte Costituzionale”.
Dunque il servizio dovrebbe continuare fino a quando ci sarà il subentro della nuova società, con le conseguenti clausole di salvaguardia dei livelli occupazionali. Il sindaco precisa che il condizionale è d’obbligo perché sarà necessario un accurato approfondimento legale alla luce dei cambiamenti legislativi intercorsi negli ultimi mesi.
Intanto il Comune di Latina continua a lavorare per una nuova gestione. L’ultimo atto, precedente al fallimento – che certo dovrà chiarire una volta per tutte il rapporto debito/crediti tra il Comune e la sua società -, da parte dell’amministrazione comunale, o meglio da parte del sindaco Coletta, è del stato quello di dare incarico al dirigente Giovanni Della Penna quale responsabile di un piano di studio della fattibilità, della realizzazione e della gestione del progetto per la gestione del servizio di igiene urbana. Entro il mese di dicembre, come votato nella mozione presentata da Lbc, dovrebbe essere portato in Consiglio il piano industriale.
Alla luce del fallimento dichiarato oggi, le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil hanno richiesto un tavolo di incontro con il sindaco Damiano Coletta e i curatori Pierro e Palmerini, dal momento che con la dichiarazione di fallimento sono stati azzerati i vertici aziendali.
“In questo momento particolare non faremo mancare il sostegno ai lavoratori – ha dichiarato il segretario generale della Cisl di Latina Roberto Cecere -, confidiamo nel loro senso di responsabilità e soprattutto ci auguriamo che non ci siano le solite influenze negative sulle maestranze per condizionare un percorso che già di per se si annuncia tortuoso. L’ incontro con il sindaco e i curatori servirà ad intraprendere subito un percorso che porti alla salvaguardia dei livelli occupazionali e soprattutto al mantenimento della qualità del servizio” .