Gli attacchi sul fallimento della Latina ambiente sono continui e il consiglio generale di Latina bene comune ha risposto con una lunga nota.
“Il fallimento della Latina Ambiente non è imputabile all’attuale amministrazione – dicono da Lbc – ma alla sua gestione ‘allegra’ portata avanti negli anni precedenti al nostro arrivo. Dicano la verità sul tema dei rifiuti, per una volta, gli esponenti del centrodestra. Le accuse che Fratelli d’Italia riversa su questa amministrazione dovrebbe rivolgerle a chi prima governava con quei metodi, e quindi loro stessi e i colleghi delle vecchie maggioranze”.
Latina bene comune quindi ripercorre l’ultima parte della storia della società: “Proprio sotto la loro gestione dei rapporti con la società, si sono venuti a creare i contenziosi di cui paghiamo oggi le conseguenze, tra cui il fallimento stesso della partecipata. E non lanciamo accuse basate sul nulla, ma su quanto veniva scritto nei documenti, che riportano un marasma di debiti e crediti reciproci sempre più fitto, senza contare il pasticcio sulle tariffe e le conseguenti bollettazioni (il centrodestra approvò fuori tempo la Tia 1, nel maggio 2006, quando la legge era scaduta già da un mese, creando uno dei vulnus alla base del fallimento della Latina Ambiente).
Perché non hanno sanato loro la situazione debito-creditoria che pretendevano sanassimo noi, appena insediati, nel 2016? Eppure ne hanno avuto la possibilità tante volte, in tutti gli anni che sono stati in maggioranza.
L’esempio principe riguarda proprio quei debiti e crediti: la vecchia maggioranza aveva istituito una commissione per conteggiarli al fine del riconoscimento: il risultato però non è mai stato votato da loro in Consiglio comunale. Eppure tale commissione aveva chiuso i lavori nel luglio 2014 in piena consiliatura Di Giorgi (come testimoniato dalla relazione del Presidente del Collegio Sindacale Quattrociocchi durante la drammatica seduta dell’ultimo CDA di Latinambiente il 27 luglio 2015).
Avrebbero potuto “salvare” loro Latina Ambiente, non l’hanno fatto. Perché? Perché già allora si consumavano i giochi di potere all’interno della maggioranza, fino ad arrivare circa un anno dopo alla spaccatura insanabile che portò prima a votare Forza Italia con il PD per l’esternalizzazione del servizio attraverso la gara europea, e poi la sfiducia al sindaco del PdL (componente ex An). E perché sarebbe stato un rischio pesantissimo per le casse comunali”.
Le mosse di Lbc: “Non ci deve dire nessuno che non si chiude qui, purtroppo per i contribuenti e quindi tutti noi, il dissesto creato da loro in vent’anni di governo. Ecco perché il Comune di Latina, in attesa che si risolvano tutti i contenziosi, ha accantonato le somme necessarie per pagare le eventuali somme che dovessero essere ulteriormente accordate dal tribunale alla curatela fallimentare della Latina Ambiente e che comunque non potranno mai raggiungere le somme pretese dalla Latinambiente.
La situazione della partecipata era insanabile: tra i tanti debiti, c’erano anche i 9 milioni di euro verso l’Erario, in cui sono compresi i contributi previdenziali non pagati ai propri dipendenti.
A dirlo non siamo noi, ma lo stesso commissario Barbato nella sua relazione del 21 ottobre 2015 che ha messo una pietra tombale sulla società, determinandone la messa in liquidazione: il prefetto parlava di ‘consistente massa debitoria; stato latente di insolvenza’ e di un socio privato assente, che in alcun modo voleva ricapitalizzare l’azienda e la cui assenza denotava un “disinteresse totale alla risoluzione delle gravi problematiche della società mista Latina Ambiente Spa.
Nella schiera dei grandi affari consigliati oggi dalla ‘politica che sapeva fare’ c’è l’acquisto da parte del Comune della discarica di Borgo Montello, per la modica cifra di 2,5 milioni di euro, scaricando peraltro in questo modo il privato della relativa bonifica da fare per altri 3 milioni di euro: quindi, costi ambientali e servitù a carico del Comune e della collettività; unico a guadagnarci il privato, che avrebbe comunque mantenuto il controllo decisionale. Un altro bel “regalo” alla città, come da migliore copione di sempre del centrodestra.
Infine, l’ultimo aspetto del fallimento della Latina Ambiente: nata nel 1997, aveva per legge come obiettivo il raggiungimento del 65% di differenziata da raggiungere entro il 2012. Con milioni di investimenti, il risultato massimo ottenuto è stato del 33% contratto proprio nel 2012.
E dal centrodestra parlano di Abc, nata con mezzi vetusti e che, priva di investimenti (oggi finalmente stanno arrivando, grazie al finanziamento della Provincia di Latina, che ha creduto nella solidità del progetto aziendale, e grazie a quelli che arriveranno finalmente dal mutuo di Cassa Depositi e Prestiti), in un anno e mezzo è riuscita a riprendere quel 33% dal 19% lasciato dalla fallita Latina Ambiente.
Quindi chi è che ha fallito? Chi è che prende in giro i cittadini? Al di là delle fisiologiche e costruttive critiche, da dove nasce tutto questo accanimento nei confronti di un’azienda pubblica la cui linea è in linea anche con il nostro piano provinciale dei rifiuti?
Abc è un’azienda che, con gli investimenti adeguati, saprà dare a Latina il servizio di igiene urbana e di raccolta differenziata che merita. Oltre i 160 lavoratori a tempo indeterminato assorbiti dalla fallita Latinambiente, sono stati da poco assunti sempre a tempo indeterminato altri 21 lavoratori. ABC grazie a questi investimenti e al passaggio al porta a porta creerà lavoro per il nostro territorio”.