Panni stessi a un fil di ferro assicurato ai pali della luce e tutto intorno sterpaglie secche a prova di incendio. Prima uno, poi due, poi ancora un altro caravan. Nell’ultimo fine settimana l’area di sosta di Vasco de Gama a Latina, nascosta dall’incuria, è diventata un improbabile campeggio rom senza servizi.
Ad oggi la fotografia è pressoché inalterata. E per fortuna che la situazione è “sotto controllo”, come ha scritto in un suo post il capogruppo di Lbc Dario Bellini riferendosi al lungomare e ai parcheggi selvaggi una decina di giorni addietro, segnala l’attivista Rita Schievano: “Probabilmente gli occhi di alcuni cittadini vedono in modo diverso rispetto agli occhi dei consiglieri di maggioranza”. “Dunque l’inversione del senso unico – ironizza – era proprio la soluzione che serviva per risolvere tutte le criticità della Marina. Passerelle, destagionalizzazione, ripascimento, gara per il salvataggio, tutte sciocchezze che possono attendere. Si fotografano scorci di strade in orari poco trafficati e tutto sembra perfetto. Talmente perfetto che la sottoscritta che passa per il parcheggio Vasco De Gama ha potuto constatare, come credo molti altri, che sono già arrivati anche i turisti”.
La denuncia di Schievano viaggia sul web da sabato scorso, suscitando non poche polemiche. Ma forse non troppe, visto che dal Comune non si è mosso ancora nessuno, lamenta la stessa. “Quel bel parcheggio – evidenzia sempre con ironia – con aiuole verdi e fiorite ospita una serie crescente di roulotte che a quanto pare stanno utilizzando un tratto dell’area di sosta come area camping ….ovviamente avranno tutti i permessi per stazionare lì…e ci sono anche annessi i servizi ovvio (tipo….una fontanella). Ci mancherebbe che un’amministrazione così attenta si dimentica dei sui turisti! E proprio l’attenzione costante di questa amministrazione avrà fatto si che l’area sia stata suddivisa in due tratti. Nel primo ci si trovano camper e roulotte di turisti attratti dalla nostra sfavillante bandiera blu, nel secondo tratto un accampamento rom che cresce di giorno in giorno. Fa strano passare lì, almeno a me, sembra di fare un salto nel passato. Sembra di ripercorrere Campo Boario 20 anni fa, quando l’accampamento rom era un quartiere non edificato. Ti trovi a vedere panni stesi su fil di ferro legato al palo della luce o ai miseri rami di un alberello sovrastato ormai dell’erba alta e secca che lo sovrasta. Mi chiedo: ma Bellini e i vigili lì non passano mai??? È tutto normale? È tutto lecito? Cosa aspettiamo che l’accampamento diventi stabile? Così da tornare ad avere un Campo Boario bis?”.
“Mi verrebbe da ordinare su Amazon due telecamerine – conclude Schievano – perché sono convinta che i rifiuti (non essendo presenti secchi in quell’area) vengono lasciati dietro le sterpaglie. E quando a breve puzzeranno si risolverà con un falò”.