Purtroppo oggi, il Santa Maria Goretti non risponde più agli standard di legge e di sicurezza previsti per un ospedale moderno e funzionale: una struttura che non è stata nemmeno in grado di garantire il decollo del Dea di Secondo Livello che come tutti ben sappiamo ha bisogno di impianti, attrezzature e unità specialistiche adeguate, nota dolente proprio dei dati segnalati nella classifica di ItaliaOggi. Per non parlare poi delle criticità che sviluppa per l’ubicazione e il traffico generato.
Durante il mio mandato segnalai con forza alla Regione e alle altre istituzioni questo stato di cose, chiedendo che venissero affrontate con urgenza. La Pisana convenne con me, visto l’enorme esborso economico necessario per adeguare una struttura vecchia come il Santa Maria Goretti, che fosse più utile costruire una nuova struttura. La nuova struttura ospedaliera di Latina venne approvato alla unanimità in Consiglio Comunale da tutte le forze politiche, alla stessa maniera unanime venne approvato in Regione, raccolse il parere favorevole e incondizionato della Conferenza dei Sindaci e del presidente dell’ordine dei medici Giovanni Maria Righetti, oltre ad essere stato già inserito nel piano socio sanitario della stessa Regione Lazio.
Oggi che si registrano ancor di piu carenze di posti letti, migrazioni sanitarie, tempi di attesa per prestazioni e ricoveri sempre più lunghi questo progetto va portato avanti senza esitazioni. Non capisco dunque perché nel programma del Sindaco Coletta, che tutti conosciamo come medico apprezzato, non ci sia la priorità di un impegno per il nuovo ospedale a servizio dei nostri concittadini, invece di parlare di un generico adeguamento e ampliamento del Santa Maria Goretti: soluzione che è stata gia bocciata in passato dalla stessa Regione.
Costruire col project financing voluto dalla Regione stessa, una struttura moderna a servizio della nostra comunità in prossimità di una grande arteria stradale come la bretella di collegamento alla Roma – Latina, nell’area già individuata di Borgo Piave è la soluzione per cui dovrebbero lavorare le forze politiche al governo di questa amministrazione. Ne trarrebbe vantaggio tutta la città e anche la facoltà di Medicina con la realizzazione di una forte integrazione tra università-ricerca ed ospedale.
Allo stesso tempo non posso non sottolineare tutta la mia preoccupazione per il dibattito che sta interessando il Consiglio Comunale sul centro di Alta Diagnostica.
L’intento originario era quello di dotare la nostra città di un centro di eccellenza nella ricerca e nello studio universitario. Accettare invece la rimodulazione del progetto sponsorizzata dal sindaco Coletta e dalla sua maggioranza vorrebbe dire creare un centro radiologico concorrenziale con la sanità pubblica e privata e non un’eccellenza di cui andar fieri in tutta Italia e in tutta Europa. Tutto ciò è tanto più evidente se si considera che il nuovo macchinario che si vorrebbe installare, con la benedizione del comune e in contraddizione con tutti i protocolli e gli accordi firmati, è già presente a Roma presso il Policlinico Umberto I, l’ospedale Santa Lucia, presso l’Ifo, la clinica Pio XI e un macchinario simile per prestazioni e tipologia, leggermente meno potente, è già installato anche al Santa Maria Goretti di Latina.
È evidente che per innalzare l’offerta sanitaria e rendere Latina un punto di riferimento e di eccellenza non si possono accettare accordi al ribasso e piegarsi alle consorterie romane.
Vincenzo Zaccheo