Una pesante contestazione all’esterno del Francioni, una conferenza con intenti chiarificatrici all’interno. E’ stato un pomeriggio all’insegna della tensione quello vissuto ieri all’esterno del Francioni dove c’è stata la dura presa di posizione da parte della tifoseria organizzata nei confronti della società nerazzurra, accusata di non saper comunicare e di aver privato la piazza di un suo simbolo di identità introducendo il tanto discusso nuovo logo. Il primo a spiegare gli intenti innovativi è stato il Ceo dell’agenzia Modì, artefice del progetto grafico:
“Il malcontento è lecito e comprensibile perché ogni cambiamento può essere doloroso. Abbiamo ricevuto decine di giudizi positivi da importanti testate e portali specializzati, anche a livello internazionale, ma tutto questo non attenua il dispiacere per la reazione dei tifosi. Intendiamo spiegare che l’idea del rebranding si inserisce in un contesto più ampio mirato ad una nuova prospettiva anche verso l’Estero: nel logo abbiamo enfatizzato i tratti distintivi del Latina, ci auguriamo che con il tempo questo possa essere capito e che magari tra venti anni, nell’eventualità di un nuovo cambiamento, ci siano le stesse ripercussioni. Operiamo in questo settore da otto anni e possiamo assicurare che la nostra creazione deriva da uno studio approfondito dell’argomento e di tutti gli stemmi delle società professionistiche”.
Concetti che sono stati poi approfonditi dal direttore generale Biagio Corrente:
“E’ un’iniziativa inserita in un contesto di sviluppo sul quale lavoriamo da due anni: cerchiamo una visibilità maggiore anche a livello internazionale e la collaborazione con partner di spessore, che definiremo a breve, potenzierà ulteriormente questo nuovo corso. Questo nuovo logo è stato concepito per portare una ventata di freschezza e modernità ma i supporters devono capire che non c’è stata alcuna cattiva fede e alcuna presa di posizione contro di loro o peggio ancora contro il nostro passato. Noi la riteniamo un’idea vincente e chiediamo alla piazza di darci tempo: serve un po’ di comprensione, in attesa di vedere il nostro progetto completato”.
Una richiesta ripetuta anche dal responsabile marketing, Francesco Terracciano:
“Comprendiamo che questo passo possa essere stato doloroso e questo dolore è anche il nostro, ma un’innovazione andava fatta perché rientra nel nostro percorso di sviluppo. Vogliamo bene ai nostri tifosi e pensiamo di aver donato loro qualcosa di identitario per la piazza. Proprio attraverso il miglioramento al quale stiamo lavorando proveremo a far cambiare idea a quanti non hanno condiviso le nostre scelte”.