Si è difeso a 360 gradi l’ingegnere Domenico D’Achille, ai domiciliari dal 16 gennaio scorso quando è scattata l’operazione Tiberio con l’esecuzione di dieci ordinanze di custodia cautelare che hanno portato in carcere anche il sindaco di Sperlonga Armando Cusani.
Questa mattina, il professionista di 61 anni, residente a Latina, e responsabile dell’ufficio lavori pubblici del Comune di Priverno, è stato sottoposto ad interrogatorio di garanzia. Assistito dai suoi legali, gli avvocati Francesca Roccato e Claudio De Felice, ha chiarito la sua posizione rispetto alle accuse formulate a suo carico per i reati di turbata libertà degli incanti e corruzione.
Secondo l’accusa, rappresentata dal Pm Valerio De Luca, D’Achille avrebbe partecipato alla turbativa, organizzata per favorire un cartello d’imprese, per l’aggiudicazione di due appalti indetti dal Comune di Priverno: il primo relativo al servizio di spazzamento per un importo di circa 40mila euro e il secondo relativo a lavori di ristrutturazione del plesso scolastico “Don Andrea Santoro” per un importo inferiore a 35mila euro. Il tutto per presunte mazzette da 2.000 euro.
Davanti al Gip Giuseppe Cario, questa mattina in Tribunale, l’ingegnere D’Achille ha ripercorso le fasi che hanno portato all’aggiudicazione del servizio di spazzamento dichiarando che sebbene vi fosse stata un’offerta con un ribasso più conveniente la stessa era stata esclusa perché carente di documentazione. Mentre per i lavori alla scuola, il responsabile dell’ufficio comunale avrebbe riferito che se avesse voluto favorire una determinata ditta avrebbe potuto ricorrere all’affidamento diretto, visto che la somma era inferiore a 35mila euro. Quindi nessuna turbativa per l’ingegnere.
Respinta anche l’accusa di corruzione. L’ingegnere – messo in mezzo da Nicola Volpe (in carcere) e Antonio Avellino (ai domiciliari) – si sarebbe difeso sostenendo di essere completamente estraneo al contenuto delle conversazioni, intercettate dai carabinieri, dei due indagati. Volpe e Avellinio, parlando tra loro, avevano pattuito che per il servizietto di Priverno a D’Achille, al quale attribuivano l’appellativo di “sciapito”, sarebbero spettati 2.000 euro. L’ingegnere questa mattina avrebbe fatto notare che nel corso della conversazione, trascritta nell’ordinanza di custodia cautelare, un interlocutore avrebbe chiesto all’altro se ‘lo sciapito sapeva dei 2.000 euro’ e l’altro gli avrebbe risposto negativamente.
La difesa di D’Achille ha chiesto al giudice una misura meno restrittiva dei domiciliari, visto che l’ingegnere è stato sospeso dall’incarico presso il Comune di Priverno. Il giudice si è riservato. Per D’Achille intanto è pronto il ricorso al Tribunale del Riesame.
Questa mattina anche l’architetto Gian Pietro De Biaggio, accusato per la turbativa relativa al restauro della sede municipale di Prossedi, è stato sottoposto ad interrogatorio di garanzia.