Nessun tentennamento da parte del sindaco di Sperlonga Armando Cusani che questa mattina, davanti al Gip Giuseppe Cario, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ha respinto con fermezza le accuse che lo hanno portato in carcere lunedì scorso: nessuna corruzione per l’albergo di famiglia e nessuna turbata libertà d’incanto per la gara di Villa Prato, ha sostenuto il “tre volte” primo cittadino della perla del Tirreno.
“La versione fornita da Cusani – ha riferito l’avvocato Luigi Panella del collegio difensivo dell’ex presidente della Provincia di Latina – viene confermata dalle indagini difensive che abbiamo svolto in questi giorni e che sono state depositate oggi”. Indagini che restano al vaglio, sulle cui risultanze l’avvocato mantiene massimo riserbo. I documenti depositati dalla difesa del sindaco di Sperlonga riguarderebbero in massima parte la questione dell’hotel Grotta di Tiberio, ben nota alla Procura della Repubblica di Latina. Per il resto Cusani avrebbe risposto in maniera pertinente e soddisfacente, “messo a suo agio – ha aggiunto l’avvocato Corrado De Simone, da sempre legale di sua fiducia – dal Gip dottor Cario e dal Pm dottor De Luca che hanno avuto un atteggiamento di grandissimo rispetto, consentendo quindi lo svolgimento dell’interrogatorio in un clima di serenità e tranquillità”.
Quest’oggi la difesa di Cusani ha chiesto al Gip la revoca totale della misura cautelare. Il Pm Valerio De Luca non si è ancora espresso. Il Gip ha tempo cinque giorni per decidere sull’istanza di libertà.
Cinquemila pagine di documenti ed intercettazioni è la misura del lavoro svolto dai carabinieri che ha portato all’operazione Tiberio: gli avvocati di Cusani riferiscono di non aver ancora avuto modo di leggere tutto ma di aver già fatto richiesta di ricorso al Tribunale del Riesame.
La difesa dell’ex presidente della provincia appare una corazzata, convinta che l’unico problema di Cusani sia il fatto di essere una persona molto nota, popolare e disponibile con tutti, “anche con quei suoi concittadini che bisognosi di risolvere pratiche amministrative si rivolgevano a lui anche quando non era più consigliere comunale e che pertanto ‘costringevano’ lo stesso ad interessarsi nei limiti del lecito del caso da risolvere”. Non pressioni, dunque, esercitate presso gli uffici comunali, ma solo il benevolo interessamento a seguire qualche iter burocratico di cittadini più sfortunati.
Oggi in carcere è stato interrogato anche l’architetto Isidoro Masi, assistito dall’avvocato Giovanni Lauretti (leggere qui).
Ieri è toccato invece a Massimo Pacini, ai domiciliari, all’imprenditore Mauro Ferrazzano di Nettuno e al consigliere comunale di Prossedi Nicola Volpe, entrambi in carcere, che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Attesa anche per loro la richiesta di libertà formulata al Gip.
Gli interrogatori proseguiranno la prossima settimana per gli altri indagati ai domiciliari. Si tratta di Antonio Avellino, Alessandra Bianchi, Andrea Fabrizio e Gian Pietro De Biaggio, funzionario del Comune di Cisterna da oggi formalmente sospeso. L’ente gli ha revocato tutti gli incarichi, disponendo per lui la minima retribuzione. Il provvedimento amministrativo è stato comunicato anche al Comune di Norma e Prossedi dove lavorava a scavalco fino al momento dell’arresto.
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