Alessandra Bianchi, l’imprenditrice di Roma, arrestata nell’ambito dell’operazione Tiberio, si è difesa dall’accusa di corruzione e associazione a delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti. Assistita dagli avvocati Francesca Roccato e Francesco Pisani, la titolare della Bierre Costruzioni srl con sede ad Anzio, ha respinto ogni addebito nel corso dell’interrogatorio di garanzia che si è tenuto questa mattina davanti al Gip Giuseppe Cario. La donna, 58 anni, è finita ai domiciliari il 16 gennaio scorso per via della gara d’appalto relativa ai lavori di riqualificazione dell’area archeologica di Sperlonga denominata Villa Prato. L’imprenditrice ha riferito all’autorità giudiziaria che il Comune di Sperlonga non aveva invitato a partecipare alla gara la sua ditta, ma il Consorzio Stabile Costruzioni Generali con sede a Firenze di cui fa parte come tanti altri soggetti. Bianchi ha anche affermato di non conoscere nessun altro degli indagati che confluirebbero nell’ipotizzata associazione a delinquere, ad eccezione di Marco Ferrazzano – imprenditore che opera nel suo settore e nello stesso contesto territoriale – e Nicola Volpe, presentatole da Ferrazzano soltanto alcuni mesi dopo la gara d’appalto vinta da quest’ultimo. Volpe, in amicizia con Ferrazzano, le avrebbe promesso – ha spiegato Bianchi – di farle conoscere persone a Roma che le sarebbero tornate utili vista la sua candidatura alla carica di consigliere comunale in una lista che sosteneva la corsa di Roberto Giacchetti per la prima poltrona del Campidoglio. L’imprenditrice ha anche aggiunto che alla fine il contatto con Volpe sarebbe stato del tutto ininfluente, visto che le preferenze elettorali espresse in suo favore sono state appena 200, insufficienti ad essere eletta consigliere anche qualora avesse vinto Giacchetti e che le 200 preferenze sono del tutto compatibili con le sue dirette conoscenze a Roma. Insomma, l’imprenditrice oltre ad aver perso la gara d’appalto ha perso anche le elezioni, trovandosi tuttavia indagata con pesanti accuse. A margine dell’interrogatorio, la difesa ha chiesto la libertà per la 58enne. Il giudice si è riservato. Anche per lei la prossima partita sarà il ricorso al Tribunale del Riesame.