Quattro ore e mezza, la durata dell’interrogatorio dell’ormai ex sindaco di Sabaudia Giada Gervasi, ascoltata dal giudice per le indagini preliminari Giorgia Castriota e dai sostituti procuratori Andrea Sgarrella e Valentina Giammaria, titolari dell’inchiesta “Dune”, che ha causato un terremoto nell’amministrazione comunale.
Finita ai domiciliari, alla sindaca dimissionaria vengono riconosciuti 11 episodi di turbativa d’asta, un elevato numero di atti falsi ed altri episodi di corruzione in concorso con amministratori comunali, funzionari e imprenditori.
La Gervasi, affiancata dall’avvocato Gianni Lauretti, ha affrontato l’interrogatorio rispondendo a tutte le domande dei magistrati relative soprattutto agli appalti per la Coppa del Mondo di canottaggio, nella cui organizzazione sono risultate favorite ditte compiacenti sia per quanto riguarda la realizzazione del campo di gara sia per l’affidamento del servizio di manutenzione degli impianti di illuminazione pubblica, per un giro di affari calcolato in circa 1 milione di euro.
Ai giudici ha spiegato che la prima ditta che ancora non si era aggiudicata l’appalto non era in possesso dei requisiti e non si era mai occupata di lavori per impianti di canottaggio e per questa ragione sarebbe stata estromessa con revoca in autotutela.
Successivamente gli uffici tecnici hanno individuato altre ditte specializzate. Il tutto per riuscire a realizzare i lavori necessari in tempo per ospitare l’importante evento sportivo. Nessuna turbativa dunque secondo il suo racconto.
Al termine del lungo interrogatorio la difesa ha chiesto la revoca degli arresti domiciliari con riferimento alle esigenze cautelari, richiesta sulla quale i pm hanno espresso parere negativo e sulla quale il giudice deciderà entro cinque giorni.